Sileri: "devono riaprire i ristoranti anche la sera". Coldiretti: "parliamo dell'80% del fatturato"

Francesca Brunzomer 3 feb 2021

Le dichiarazione di Pierpaolo Sileri, vice ministro alla Salute italiano, fatte alla trasmissione I Fatti Vostri su Rai2 hanno fomentato un dibattito già fortemente acceso: la riapertura serale dei ristoranti.

“Con il progredire della vaccinazione devono, e sottolineo devono, riaprire i ristoranti anche la sera, occorre far tornare le persone progressivamente alle proprie attività e a una nuova normalità, pronti a fare un passo indietro se dovesse arrivare una variante aggressiva o una nuova recrudescenza del virus” - sono state le parole dirette e decise di Sileri.

Già il 26 gennaio durante "Cartabianca", il programma di Rai3, lo stesso Sileri aveva detto che "tra fine febbraio e inizio marzo, la larga vaccinazione degli anziani sarà vaccinata. A quel punto ad aprile inizieranno le persone con fragilità e quindi il resto della popolazione. Ristoranti, cinema e musei devono riaprire contestualmente alle vaccinazioni: prevedo che da marzo, riaprire i ristoranti con le dovute regole fisse sia un atto dovuto." Tali parole avevano ricevuto l’appoggio anche dell’infettivologo Massimo Galli, anche lui ospite di Bianca Berlinguer.

L'idea di Pierpaolo Sileri è condivisa a pieno dai rappresentati del settore dell'ospitalità che non chiedono altro se non riprendere le loro attività in orari che permettano anche maggiori entrate.

“Se rispettiamo le prescrizioni e il distanziamento non capiamo che differenza ci può essere tra il pranzo e la cena nella diffusione del virus”, hanno detto i proprietari di ristoranti e locali vari di Genova che già da due lunedì stanno scendendo pacificamente in piazza proprio per ribadire la necessità di un’apertura anche serale, per molti di loro unica opportunità per avere dei clienti.

L'assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, è intervenuto chiedendo al ministro alla Salute Speranza di dare subito seguito alle parole del vice ministro Sileri, permettendo agli esercenti di svolgere la loro attività fino alle 22 così che non abbiano ulteriori danni.

"Leggendo le dichiarazioni del viceministro uscente Pierpaolo Sileri mi chiedo dove sia stato fino ad oggi e soprattutto perché queste cose le dice adesso che non è in grado di incidere in tal senso e non prima" - ha dichiarato Guidesi continuando: "Diamo quindi il benvenuto nella vita reale a Sileri, finalmente anche lui ha capito che tale situazione è insostenibile; noi lo diciamo da sempre e visto che è ancora in carica utilizzi il suo ruolo per dare la possibilità a tutti gli esercenti di poter lavorare in sicurezza".

Una possibilità, quella di riaprire la sera, di cui sottolineano l'importanza anche Coldiretti e Filiera Italia: "Tale possibilità limitata ai soli locali di ristorazione con servizio al tavolo coniugherebbe la tutela della salute dei cittadini e la ripresa dell’attività economica e lavorativa dell’intera filiera agroalimentare italiana, cui sono collegati circa 4 milioni di lavoratori".

Infatti, secondo Coldiretti. l' apertura a cena vale l'80% del fatturato di ristoranti, pizzerie ed agriturismi duramente provati dalla chiusure forzate che travolgono a valanga interi settori dell'agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti per un valore stimato in 9,6 miliardi nel 2020.

Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, e il Consigliere delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, concordano con quanto sostenuto dal vice ministro Sileri ed hanno sostenuto che: “sarebbe pertanto fondamentale consentire, esclusivamente ai ristoranti che si trovano nelle zone gialle e che dimostrano di rispettare i rigidi requisiti previsti, l’apertura serale fino all’orario di inizio coprifuoco, anche alla luce delle importanti misure di sicurezza adottate, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso“.

Ricordiamo che Filiera Italia è un’associazione che vede riuniti il mondo dell’agricoltura e quello dell’industria alimentare, attorno ai valori comuni dell’identità territoriale e nazionale, collabora con grandi nomi dell’agroalimentare Made in Italy: oltre a Coldiretti per la parte agricola, tra i soci promotori ci sono Inalca/Cremonini, Ferrero e Consorzio Casalasco, Donnafugata, Cirio agricola, Terre Moretti e Amenduni.

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