Trattoria Tufò e il maxi-blitz sul narcotraffico. Il competitor va a sostenere i dipendenti
È notizia di cronaca recente l’inchiesta della Guardia di Finanza che ha portato ieri, 4 febbraio, all'arresto di 24 persone, considerate membri di una organizzazione in grado di far arrivare fiumi di stupefacenti tra Campania e Lazio. Promotori del gruppo sono stati individuati Ciro Capasso, già in passato coinvolto in inchieste sul narcotraffico e attualmente beneficiario del reddito di cittadinanza, e il figlio Antonio Capasso, titolare del ristorante di Posillipo. Secondo quanto riferito da Fanpage.it la trattoria è stata sequestrata ma, per salvaguardare i posti di lavoro, è stato nominato un amministratore giudiziario. Tante sono le notizie circolate sull’argomento e tantissime sono state le reazioni. Tra queste non è passato inosservato il gesto di Pino Bozza, patron delle trattorie Antonio La Trippa, tra i principali competitor della trattoria di Posillipo coinvolta nelle indagini. Come si evince dalle IG stories di Bozza, prima avrebbe offerto lavoro ai dipendenti di Tufò, e dopo, una volta appurato che la trattoria non era stata chiusa proprio per salvaguardare i dipendenti, si è precipitato in serata per cenare e sostenere lo staff elogiandoli a più riprese. Ecco il post di Pino Bozza su Instagram:
"Non si possono buttare via i sacrifici di persone che vivono l’amore per il proprio lavoro , avendo portato in alto con sudore e impegno la loro seconda casa (il proprio posto di lavoro). Mi complimento con voi sia per la qualità del cibo sia per la vostra professionalità. @tufo.trattoriagourmet grazie mille"