Veritas, la cucina dello stellato d'Agostino vince il covid a pranzo
Monica Piscitelli sente Stefano Giancotti patron del ristorante Veritas che come tutti i ristoratori si trova in balia di cambiamenti repentini a cui adeguarsi per provare a sopravvivere in questi tempi di DPCM e Ordinanze a raffica.
Con le nuove disposizioni, Veritas si trova per la prima volta dalla sua apertura ad aprire a pranzo. Saranno felici i napoletani che potranno approfittare di una fascia oraria diversa per conoscere la cucina di d'Agostino. E voi?
Noi siamo felici ogni volta che c’è la possibilità di poter interagire con gli ospiti. È questo quello che ci manca di più: l’emozione di andare in scena. Per ora ci accontentiamo delle matinèe, ma non vediamo l’ora di riaprire la sera.
Come cambia la Carta del Veritas in funzione di questa novità?
È una carta sicuramente più ‘snella’ per evitare gli sprechi che inevitabilmente ci saranno con due aperture settimanali. Abbiamo pensato di fare solo due menù degustazione.
Uno "storico", perché in questo periodo festeggiamo i 10 anni di Gianluca al Veritas, ed uno "contemporaneo", quello della nostra cucina attuale.
Però sono due menù ‘intelligenti’: diamo la possibilità agli ospiti di scegliere alla carta, pescando dai piatti dei menù, se non hanno voglia di un degustazione.
In più affianchiamo alla proposta pranzo, un menù serale da asporto o consegna a casa molto intrigante, che sarà arricchito prossimamente da una novità interessantissima.
Sono mesi difficili per tutti, ma Veritas, come espressione della cucina stellata napoletana, cosa ha appreso di nuovo e cosa serberà di questo periodo?
C’è tanta ansia e frustrazione in giro in questo momento. Abbiamo capito che possiamo combatterla solo con il lavoro. Progettare, programmare studiare sperimentare ci tiene impegnati, ci fa stare meglio e ci migliora. In attesa di tornare a fare quello che ci piace più di tutto: il ristorante fine dining napoletano.
Flessibilità, semplificazione, buona volontà e fare quel che si può rispettando le normative, questa la risposta di Stefano Giancotti al cambio forzato di abitudini.