Chiude anche lo storico Gran Caffè Gambrinus, cuore dell'antica Napoli intellettuale.
Chiude Il Gran Caffè Gambrinus di Napoli attivo dal 1816, domani non aprirà.
Le disposizioni del Dpcm del 25 Ottobre previste per bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie e rosticcerie, in una settimana di chiusura alle 18, avevano già causato perdite per oltre il 75% degli incassi. Con le nuove norme, firmate nella notte e in vigore da domani e fino al 3 Dicembre, per alcune regioni sarà il colpo di grazia a tutto il mondo di bar e ristorazione. Napoli e la Campania tutta sono tra le zone più colpite da Dpcm nazionali e ordinanze regionali. Per la prima volta dal 1816 il Bar Gambrinus ha scelto di non aprire.
Gli esercenti sono al collasso, non riescono più a sostenere le limitazioni e l’istruzione che questa emergenza sta facendo al loro diritto al lavoro. Accusati di essere la causa primaria dei picchi di contagio, hanno sempre difeso le loro attività con il rispetto delle norme e con l’adeguamento a qualunque richiesta effettuata dal governo e dai governatori.
Certo, gli eventi di qualche settimana fa hanno fatto in modo che l’operato del tutto positivo della ristorazione fosse oscurato dal un’ombra di insensatezza e rabbia gratuita. Ma è davvero tanto incomprensibile questo atteggiamento? È davvero impiegabile se in ballo c’è la vita di tutti di imprenditori, le decine di imprese che ruotano intorno a questo mondo, le centinaia di famiglie che da questo tipo di attività dipendono, le migliaia di persone che si sono sentirti ingiustamente il peso sulle spalle di una responsabilità che non poteva essere solo loro?
Una crisi che tra Napoli e la Campania colpisce proprio tutti, anche i locali storici, quelli che sono da sempre certezza e simbolo di Napoli.
È il caso del leggendario oltre che storico Gran Caffè Gambrinus, il bar napoletano situato tra piazza Trieste e Trento e piazza del Plebisicito
L’annuncio arriva da uno dei proprietari e prima della formalizzazione del Dpcm: “il Gran Caffè Gambrinus domani non aprirà proprio i locali, incessantemente in attività dal lontano 1816.”
La notizia è un colpo al cuore e all’anima della città partenopea.
“Sono allo stremo delle mie possibilità con le limitazioni previste, non possiamo andare avanti“ -spiega Antonio Sergio, tra i proprietari dello storico caffè napoletano - “Abbiamo deciso di chiudere indipendentemente da misure nazionali e regionali perché non riusciamo a sostenere questa situazione”.
Per la prima volta nella storia del Gran Caffè Gambrinus, si è ricorsi alla cassa integrazione per i dipendenti, evento duro da mandar giù soprattutto perché non risolverà le cose: “Abbiamo messo in cassa integrazione, per la prima volta nella storia del Caffè, 15 dipendenti, ma ce ne sono altri 30 da pagare. Non ce la facciamo”
Con il “cedimento” di un colosso come il Gran Caffè Gambrinus, cedono anche un po’ di più le certezze di questo mondo: poco sostegno e troppi scarichi di responsabilità da parte delle istituzione competenti. L’emergenza ormai pesa anche sulla dignità.