Cresce l’export di cibo made in Italy a 44,6 miliardi
Cresce l’export di cibo made in Italy a 44,6 miliardi anche se l'emergenza Coronavirus preoccupa non poco.
Il vino è il prodotto più esportato e da solo, all’estero, vale 6,4 miliardi. Dazi, Brexit e Coronavirus minacciano però le performance dell’export che, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati definitivi dell’Istat 2019, ha riguardato soprattutto l’Europa.
Se per i primi mesi del 2020 l’export del cibo italiano stanno subendo una battuta d’arresto, nel 2019 ha registrato un ottimo risultato raggiungendo quota 44,6 miliardi di euro, il 7% in più rispetto all’anno precedente.
Il dato è ufficiale ed emerge dalle analisi definitive dell’Istat.
Il principale mercato di sbocco dei cibi e bevande italiani resta l’Europa (+3,6%), dove vengono destinati quasi i due terzi della merce, con la Germania che è il partner numero uno.
Solo a Berlino e dintorni il nostro mercato vale ben 7,2 miliardi. A questi si aggiungono i 4,7 miliardi dell’export verso gli Stati Uniti.
Ma a spaventare sono gli effetti recessivi dell’emergenza sanitaria coronavirus con i vincoli ai trasporti per cercare di contenere il contagio che “si stanno riflettendo anche sulla logistica delle merci con incertezze e ritardi che impattano sugli scambi commerciali – precisa la Coldiretti –. Senza dimenticare le decisioni assunte da un numero crescente di Paesi, per ultimi gli Stati Uniti, che hanno provocato il crollo del turismo, elemento di traino del made in Italy agroalimentare all’estero per il quale è venuto a mancare anche l’importante effetto promozionale di eventi e fiere in Italia e all’estero.