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Lo spreco alimentare ammonta a 900 milioni di tonnellate di cibo: si riempirebbero 23 milioni di camion da 40 tonnellate che messi in fila farebbero il giro della Terra sette volte

Lo spreco alimentare:i dati di Food Waste Index delle Nazioni Unite e l'emisisone gas

Lo spreco alimentare ammonta a 900 milioni di tonnellate di cibo: si riempirebbero 23 milioni di camion da 40 tonnellate che messi in fila farebbero il giro della Terra sette volte

"Lo spreco alimentare ammonta a 900 milioni di tonnellate all’anno. Per avere un quadro più chiaro, con 900 milioni di tonnellate di cibo si riempirebbero 23 milioni di camion da 40 tonnellate che messi in fila, da paraurti a paraurti, sarebbero abbastanza per fare il giro della Terra sette volte“. Con questo esempio Richard Swannell direttore di Wrap (organizzazione benefica per la sostenibilità delle Nazioni Unite) ha reso chiara la situazione in cui verte il nostro pianeta a seguito del report annuale dei dati del Food Waste Index delle Nazioni Unite, riguardanti lo spreco alimentare a livello mondiale.

L’aumento di spreco alimentare è causa anche del fatto che non è più un problema che riguarda solo i paesi più ricchi. Dato ancor più interessante è che la maggior parte della perdita avviene nelle case, dove si verifica il 60% dello spreco, mentre nei ristoranti il cibo che viene buttato è del 17%. 

Il report rivela che mediamente ciascuna persona spreca 74 kg di alimenti ogni anno. I dati italiani collocano il nostro paese leggermente al di sotto della media globale, con 67 kg di cibo gettato pro capite; i nostri vicini francesi fanno peggio (85 kg), mentre l’Austria si colloca tra le nazioni più virtuose con 39 kg pro capite. A sorprendere è il fatto che lo spreco alimentare non è un fenomeno che riguarda solo gli Stati a reddito elevato. I loro dati infatti non si discostano molto da quelli rilevati in paesi a reddito medio-alto e medio-basso.

Swannell ha sottolineato: “Il cibo sprecato è responsabile dell’8-10% delle emissioni di gas serra, quindi se lo spreco alimentare fosse un paese, sarebbe il terzo più grande emettitore di gas serra del pianeta“. In Italia, secondo i dati relativi al 2020, lo spreco alimentare a livello domestico costa circa 6,5 miliardi, quello relativo alla produzione e distribuzione di filiera oltre i 3, per un costo nazionale di quasi 10 miliardi. Le tonnellate di cibo buttato annualmente in Italia ammontano a quasi 2 milioni.

Questi numeri che sono altissimi in realtà manifestano un calo perché con l’arrivo della pandemia la percentuale è in diminuzione in quanto le persone hanno iniziato a programmare meglio le loro spese e anche a consumare prima tutto quello che avevano o che stava per scadere, prima di uscire per rifare la spesa.

L’attenzione alla prevenzione degli sprechi alimentari e al loro impatto ambientale risulta particolarmente alta in Italia, dove 1 cittadino su 2 (la media mondiale è meno di 1 cittadino su 3) dichiara il suo impegno e sensibilità al tema. Inoltre l’85% della popolazione ritiene che dovrebbero essere rese obbligatorie le donazioni di cibo ritirato dalla vendita ad associazioni che tutelano le persone più bisognose, un’attenzione nata anche alla luce della vertiginosa crescita della povertà generata dalla pandemia Covid-19: Banco Alimentare - la Fondazione che dal 1989 recupera ogni giorno il cibo non consumato nelle mense collettive e dalla grande distribuzione per redistribuirlo agli enti caritativi - ha visto crescere le richieste di aiuto alimentare mediamente di circa il 40%, le persone che si sono rivolte agli enti caritativi sono passate da 1,5 milioni a circa 2,2.

Massimo Bottura, di cui è noto l'impegno sociale e contro gli sprechi alimentari con il suo "Refettorio", è stato nominato dal The United Nations Environment Programme, ambasciatore di buona volontà  “nella lotta allo spreco e alla perdita di cibo“. Inoltre, durante il lockdown insieme alla sua famiglia ha ideato un programma chiamato Kitchen Quarantine, in cui registrava dei video per incoraggiare le persone a “vedere il potenziale invisibile” in ogni ingrediente.

Eppure sono in molti a mostrarsi sensibili al problema, la cuoca televisiva britannica Nadiya Hussain, sta lavorando ad un progetto di “educazione” insieme a Wrap offrendo suggerimenti e ricette avanzate tramite la piattaforma social Instagram.Nonostante le difficoltà metodologiche, risulta chiaro che finora si ha sottostimato l’entità dello spreco alimentare. Questa consapevolezza rende ancora più sfidante l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 12 delle Nazioni Unite: dimezzare gli sprechi di cibo entro il 2030. Secondo Marcus Gover, CEO di WRAP, “con solo 9 anni a disposizione, non raggiungeremo l’obiettivo se non aumenteremo significativamente gli investimenti nell’affrontare lo spreco alimentare”. Questo comporta gli impatti ambientali correlati alla produzione di cibo (pressione su suolo e biodiversità, inquinamento, uso di acqua) senza nutrire le persone. “Gli sprechi alimentari nutrono solo il cambiamento climatico”, avvertono le Nazioni Unite.

In un anno in cui una pandemia ha aumentato il numero di persone in povertà che non possono permettersi una dieta sana, ciò dovrebbe farci riflettere.

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