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2021, Week16: TopFive! de L'Inclemente!

Cinque articoli imperdibili, letti e commentati per voi più un assaggio

2021, Week16: TopFive! de L'Inclemente!

Top Five! Cinque articoli imperdibili, letti e commentati per voi

Le gelate di questi ultimi giorni di aprile non hanno portato soltanto le scenografiche fiaccolate tra i vigneti francesi. In Italia, ha portato (e porterà) diversi problemi: primo tra i quali, ha reso la frutta e la verdura molto più fragili. Infatti, avendo accelerato il processo di maturazione causa ondata di caldo iniziale, le materie prime “sopportano” di cattivo grado le gelate notturne. A passarsela peggio, però, è un altro prodotto, cioè il miele: il miele – soprattutto quello d’acacia è una forte rendita per gli apicoltori, che rischiano di vedere un anno in fumo, secondo il magazine Alimentando.

L’accordo degno di nota di questa settimana è che c’è un accordo tra i produttori della ‘nduja di Spilinga e Burger King. Ad annunciarlo, il vicesindaco di Spilinga, Franco Barbalace, in partnership con lo chef Lorenzo Biagiarelli: orgogliosamente, saranno fornite ben 10 tonnellate della prelibatezza calabra, che sarà protagonista di uno speciale panino. I tempi cambiano: appena 9 anni fa, ci fu una querelle abbastanza accesa su un panino chiamato Calabro – creato però da McDonald’s - dove fu “dimenticata” la nduja e sostituita con… chorizo messicano. E lì, i calabresi, s’incazzarono parecchio. Ora, pare che le cose si siano riprese egregiamente: la ‘nduja già gode di ottima fama fuori dall’Italia, sicuramente McDonald’s non potrà fare che un ulteriore lavoro di diffusione. Come già avvenuto per diverse altre cose: l’Asiago, alcune carni, formaggi. Oltre ad assicurare pubblicità e diffusione, le società Burger King – dovrebbero – assicurare anche pagamenti puntuali, cosa sempre più difficile nella ristorazione.

La catena Lidl sperimenta l’Eco Score: l’etichetta si propone di informare i consumatori sull’impatto ambientale di ciò che stanno acquistando. Secondo quanto riporta Il Fatto Alimentare, Lidl ha messo a punto questo sistema che ricorda il chiacchieratissimo Nutri-Score: per ora, è disponibile dei supermercati di Belgio ed Olanda. Non sono una fan dei sistemini “a semaforo” e cose simili, anche perché tra packaging e trasporto, le grandi catene incidono moltissimo sull’ambiente e.. per quanto possa essere una Lidl fan, ne ammetto i grandi limiti: non è certamente ecosostenibile. Staremo a vedere.

Ad oggi, cos’è esattamente un ristorante? È la domanda – nient’affatto retorica – che si pone Grace Dent per The Guardian. Lo fa soprattutto per un motivo: il 12 aprile nel Regno Unito, all’alba della morte di Filippo e con la Regina ben viva, la ristorazione riapre i battenti seppur all’aperto. Le immagini che scorrono sulle nostre homepage e per il web sono quelle di un popolo felice e con 40 milioni di vaccinati, dopo un lockdown di quasi 4 mesi.
Grace Dent si dà qualche risposta: è un luogo magico, che ti permette di rilassarti e passare il tempo con qualcuno, che ti distrae dai pensieri; allo stesso tempo, è un luogo che dovremmo imparare a rispettare. La pandemia da Covid-19 non dovrebbe farci dimenticare quali sono le regole basilari del “saper vivere” il ristorante: una tra tante, il ristorante non è un asilo nido e i genitori che decidono di portare la prole con sé la devono saper gestire.

Qualche giorno fa, parlavamo del difficile rapporto che hanno le persone nell’accettare la tecnologia per il mantenimento delle tradizioni, nonché della diffusione delle stesse. Chissà cosa direbbero i nostrani se, come a Singapore, si vedessero recapitare latte fresco a domicilio da Camello, una sorta di mucca robot. La notizia è riportata dall’agenzia di stampa internazionale Reuters. In pratica, tramite app, si può controllare la consegna presso il proprio domicilio oppure in alcuni delivery point di latte fresco ed uova. E questo sistema, nell’ultimo anno caratterizzato dalla pandemia, ha servito circa 700 famiglie.

L’assaggio

Abbiamo bevuto (o meglio, personalmente ho bevuto) un bel po’ durante questo lockdown. La percezione è che sì, sicuramente i birrifici artigianali di varia stazza non stiano trascorrendo propriamente un periodo felice. D’altro canto, è stato un vero piacere notare come anche il più restio tra essi (e sappiamo bene che è un mondo un po’ restio) si sia dotato di un rudimentale shop online, entrando de facto in casa dei clienti.

Non è il caso di EDIT, in quel di Torino: nato come luogo di condivisione, le birre le bevevi (le berrai) al bancone ma puoi comprarle anche online, con una bella selezione in lattina. Tutte le etichette portano un qr code che, se inquadrato con lo smartphone, vi porteranno ad un video divulgativo nel mondo di “quella” birra. Un bel modo di fare, non fighetto e alla portata di tutti. Siete ancora qui? Non vi ho spiegato quali sono le birre di EDIT? Andate a scoprirle sul loro shop online.

Vi dico quale ho preferito; ho avuto il piacere di provare la Double Dog per uno "strano" incrocio di destini: una IPA rotonda e morbida, ruffiana, coccolosa.

Fonti

Il gelo mette a rischio il miele – Alimentando.info

Burger King parla calabrese: è nato The ‘nduja burger – Calabria.live

Lidl sperimenta l’Eco-Score in Germania e Belgio – Il Fatto Alimentare

A restaurant refresher course – The Guardian

Run out of milk ? Robots on call for Singapore home delivery - Reuters

EDIT - Torino

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