Ai nastri di partenza Teatro del gusto – festival enogastronomico a vocazione multidisciplinare - nei quartieri spagnoli
Visita alla prima edizione di teatro del gusto, all'interno di Foqus, nei quartieri spagnoli
Esordisce all’interno dell’ex Istituto Montecalvario – sede di Foqus Fondazione Quartieri Spagnoli – la prima edizione della manifestazione itinerante, caratterizzata da un approccio multi-sistemico ed integrato
LA MANIFESTAZIONE
Natura, tradizione ed innovazione, concetti raffigurati “sincreticamente” nel logo della manifestazione: rispettivamente foglia, cerchio e stella, a restituire le coordinate di un luogo ideale, dove abbracciare olisticamente tale concezione dell’enogastronomia, approfondendone le diverse componenti strutturali.
Incontri, workshop, fiera di produttori e vigneron, dedicati alla presentazione, divulgazione e degustazione di prodotti naturali e biologici italiani, oltre numerosi eventi “off”, collocati strategicamente in locali, ristoranti ed enoteche che hanno aderito all’intrapresa collettiva.
Teatro del Gusto è ideale “propaggine” organizzativa dell’omonima associazione culturale, con sede nell’isola di Ischia, evento ideato da Annamaria Punzo e con un ampio comitato organizzativo sotteso, nomineremo, senza pretesa di esaustività, Monica Ambrosino, Mario Avallone, Nunzia Femia, Antonio Monti, Alfredo Mastrogiacomo e Iris Romano, nostre vecchie conoscenze.
Nella filosofia della menzionata “think tank” fondante, dunque, dalla terra alla tavola, così come dalla vigna alla bottiglia, ogni passaggio deve divenire strumento di percezione e consapevolezza: “terroir” che per sineddoche è replicata nel luogo di svolgimento, il chiostro cinquecentesco dell’Istituto Montecalvario ubicato nei quartiere spagnoli, luogo di indubbio fascino e pregnanza culturale.
Un programma organizzativo che vuole pertanto superare il binomio vino naturale – consumismo, oltre le mere istanze commerciali, e con un approccio potremmo dire integrato alla materia, gettando le basi per nuovi terreni e strategie di comunicazione.
I BANCHI DI ASSAGGIO E GLI EVENTI VISITATI
Eccellente il programma proposto nei tre giorni di svolgimento della manifestazione, mi preme segnalare quello dell’ultimo – coincidente con la visita dello scrivente – partendo dalla masterclass “Campi Flegrei, fra vini osti e crateri”, con ospiti Rosario Mattera e Nando Salemme, alla successiva “Odissea nelle spezie, tra mercati, suq e bazar”.
Alfredo Mastrogiacomo
Si transita per la conferenza “il racconto nel cibo e nel vino” – che pone al centro del discorso comunicativo lo storytelling di settore - culminando nello splendido incontro sulla “poetica di Miyazaki tra vino, ecologia ed immaginario”, terminando con la degustazione “I colli di Timorasso ed il Derthona”, magari da gustare in abbinamento con le pizze di Gino Sorbillo, Ciccio Vitiello e Alessandro Lo Stocco, preparate ai punti di assaggio per ore di cena.
con lo chef Marco Ambrosino
Passando ai banchi di degustazione – solamente dopo aver salutato gli chef ospiti Marco Ambrosino e Francesco Sposito, presenti sin dalla mattina – iniziamo gli assaggi dall’azienda “Eredi di Cobelli Aldo”, che proponevano l’intera gamma aziendale, dalla Nosiola D.O.C. “Nosiol” 2022 al raffinato spumante da metodo classico Trento D.O.C. dosaggio zero “Aldo”, uno chardonnay in purezza da almeno cinquanta mesi sui lieviti, versatile e incisivo.
Seconda tappa dall’outsider di Valtellina Barbacan, l’iconica Chiavennasca di Angelo Sega, viticoltura eroica per un prodotto di grande identità territoriale, il Barbacan Alpi Retiche Rosso 2022 è profondo, fragrante, con una succosa e penetrante mineralità, tutto da scoprire.
Si prosegue con il punto di degustazione delle norcinerie – impossibile non menzionare l’antica pizza norcina con prosciutto, guanciale e pecorino, e le coppiette di suino stagionate al camino – concludendo il giro nella meravigliosa Sardegna, dall’azienda agricola Pusole: degustiamo al calice il blend “Case Sparse” Ogliastra Rosso I.G.T., con prevalenza di Cannonau e saldo del vitigno autoctono Monica, seguito dal Cannonau di Sardegna D.O.C. 2019.
Parte di un progetto vocato di recupero dei vecchi filari di Cannonau, senza tralasciare l’allevamento, della stessa azienda Pusole, della pregiata razza sarda: il vino presenta una beva di gran godibilità, macchia mediterranea all’olfatto, seguito da note mentolate e vegetali al palato, per una bevuta che rimanda, senza artifizi, alla profonda identità autoctona di un territorio unico al mondo.
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