Annarella a Monterotondo: cucina stanziale e vini nomadi
Roma, a Monterotondo c'è il ristornate Da Annarella e Sandra: pura tradizione romana
Da Annarella e Sandra
Via Guglielmo Oberdan, 36 - 00015 Monterotondo RM
Tel: 380 348 5229
Aperto tutti i giorni a pranzo. Chiuso la domenica.
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Monterotondo, Montretunnu nel dialetto locale, è un borgo poco fuori Roma su un poggio che predomina la Valle del Tevere.
C’è un motto maligno sull’ospitalità piuttosto arcigna dei monterotondesi:
“Monterotondo antico: ci sta’ cent’anni e n’te fai n’amico e se tte cci u fa’, cara te costerrà.”
In un vicolo, oltre un portoncino con le tendine dal mesto sapore anni ‘50, senza insegna se non una bandierina, c’è il ristorante d’Annarella il cui nome risuona squillante fuori il vico, dal chiuso della sala tra gli avventori, un ventina di sedute che girano di continuo: “Annarellaaaa… Annarellaaaa… Annarellaaaa…”
E già, nonostante l’antico detto sui monterotondesi, sappiamo di avere un’amica a Montretunnu.
Aperto tutti i giorni a pranzo eccetto la domenica, meritato giorno di riposo. Annarella cucina qui senza interruzioni dal 1980, 43 anni di eroismo gastronomico ai fornelli per sfamare la gente “che ora vengono pure da fuori non solo Roma, anche Milano, Bergamo…”
In sala, la figlia Sandra ci serve gli gnocchi al sugo di spuntature, infatti il giovedì è giorno di gnocchi! Poi per secondo coratella, polpette in bianco sfritte, spezzatino di vitello con patate, spuntature di maiale, pollo ai peperoni.
Sandra, per l’acquolina infantile del nostro palato ci snocciola il menù della settimana:
• lunedì: quadrucci in brodo di carne e bollito
• martedì: amatriciana
• mercoledì: pasta e fagioli
• giovedì: gnocchi al sugo
• venerdì: pasta e ceci e pasta al tonno
• sabato: gnocchi e fettuccine
“Prima di me c’era la suocera che però sempre qui c’aveva un’osteria, la cucina stava sopra, ma era scomodo salì e scende. Quelli che venivano a beve si giocavano a carte il piatto di spaghetti aju e oju. Ora so’ tutti morti!”
Annarella - Gnocchi al sugo di spuntature
Annarella - Polpette in bianco sfritte
Annarella - Pollo ai peperoni
Annarella - Coratella
Annarella - Spuntature di maiale
Annarella - Spezzatino di vitello con patate
Per onorare la dedizione all’arte casareccia di Annarella
che scodella con decoro una cucina di dignitosissima energia popolana, abbiamo portato in tavola il Lello di Luca Bevilacqua un Pecorino sulle bucce a fermentazione spontanea dalle vigne ad Atessa nella bassa valle del fiume Sangro in Abruzzo.
E poi il Vagamonde lotto 2019 in etichetta mentre sul tappo è segnalata l’annata 2017 della mitologica La Cave des Nomades a Banylus (Languedoc-Roussillon).
Uvaggio di tre vitigni all’estremo sud della Francia sul confine con la Spagna. Macerazione tradizionale di un paio di settimane per Grenache noir e Mourvèdre e macerazione carbonica sempre di un paio di settimane per il Merlot. Ahimè il vignaiolo di origine portoghese José Carvalho Moreira aka Zé Tafé con l’annata 2020 ha smesso di fare vino a La Cave des Nomades, essendo un nomade di nome e di fatto che sulle etichette in sughero, disegnate dall’artista Katja Stroph, dichiarava da sognatore gitano irriducibile qual è:
En hommage aux esprits nomades
Et libres de la terre et du ciel.
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