Cosa si mangia a Natale nel mondo?
Curiosità Gastronomiche: Cosa si mangia a Natale nel mondo?
I nostri menù natalizi ci rendono fieri, non c’è regione che non abbia una pietanza propriamente tradizionale per queste festività. Crediamo di essere i più ispirati sul piano culinario e invece... che sia sentita o meno la festa, che il Paese sia cattolico o meno, arriva per tutti il richiamo della tavola.
Ecco a voi le 5 nazioni in cui il cenone/pranzo sfida le nostre tavole.
Natale sulle tavole di Francia
Solitamente, tutte le celebrazioni hanno inizio il 5 dicembre con San Nicola, il momento più importante è quello della vigilia di Natale ma il giorno di Natale le famiglie vanno in Chiesa e poi si godono un vero e proprio pasto delle feste, ricco di piatti eleganti e appetitosi. La cucina natalizia francese è decisamente tra le più raffinate: molti i piatti di pesce, le escargot, le ostriche – perfette nei mesi freddi – ed il salmone; ci sono poi insalate, dolci e torte di frutta. Non possono mancare a tavola i grandi vini e magari un Vin Brulè (la famosa bevanda calda a base di vino, zucchero e spezie).
Chi preferisce la carne di solito sceglie il pollo arrosto, l’oca o il tacchino con le castagne.
Il dolce tipico di queste festività è il tradizionale e immancabile “Buche de Noel”, una crema di burro glassata e a forma di torta, spesso conosciuto in Italia come tronchetto di Natale. Molto diffuso è anche la “Galette des Rois”, la torta dei re (Magi): un dolce di pasta sfoglia ripieno di crema di mandorle ma il ripieno che può essere anche a base di mele, pere o cioccolato. Il dolce contiene al suo interno una piccola statuina, o più semplicemente un confetto o una mandorla, chiamata fève. La persona che ottiene il pezzo di torta contenente la fève avrà diritto a vari privilegi e doveri, ma anche il piacere di essere Re o Regina della casa per un giorno, con tutto quello che il ruolo comporta.
Buche de Noel
Gallette de Rois
Una curiosità avviene in Provenza dove vengono preparati ben 13 dolci.
Fin dal 1920, i 13 dessert sono preparati con prodotto tipici provenzali e si mangiano dopo la messa di mezzanotte. Ogni regione o famiglia mette il suo tocco personale ma ci sono alcune ricette davvero irrinunciabili:
-Il gibacié: specialità marsigliese, detta anche fougasse nella Provenza interna, e pompe à l’huile sul litorale. È un dolce di farina cotta con l’olio d’oliva e la zagara che si mangia la Vigilia di Natale e per l’Epifania.
-I torroni bianchi e neri: i due tipi di torrone sono fatti con miele, mandorle e zucchero. Per avere un torrone bianco e cremoso si aggiunge del bianco d’uovo nella preparazione iniziale; il torrone nero invece rimane croccante e di color marrone.
-I quattro mendicanti: con riferimento al colore dell’abito dei 4 ordini di monaci mendicanti abbiamo le nocciole per gli Agostiniani, l’uvetta per i Domenicani, i fichi secchi per i Francescani e le mandorle per i Carmelitani.
-Frutti e dolciumi si possono aggiungere a piacere: mele, pere, uva, arance, meloni, mandarini, prugne, datteri, marmellata di mele cotogne, calisson, frutta candita, prugne secche, pancotto (zuppa di pane bollito nell’acqua o nel latte) ecc.
-Le specialità di ogni paesino, che si aggiungono ai piatti tradizionali: torta della Haute Provence, pancotto di Santa Cecilia (torta di mele) e frittelle delle montagne provenzali, o torte secche ai pinoli sulla costa.
-Il vino non può mancare per il pranzo di Natale. Ve ne sono di tre tipi: il vino vecchio della cantina familiare, i vino limpido e il vino caldo. Si conclude poi con del ratafià (liquore ottenuto dalla macerazione di frutti, fiori e gambi di fiori)
Insomma in Provenza il Natale è una vera e propria esperienza, un tuffo nella cultura del luogo.
Natale sulle tavole di Polonia
In Polonia la cena natalizia della Vigilia prevede 12 portate ovvero una per ogni apostolo oppure una per ogni mese dell’anno.
Le tradizioni iniziano dalla sera della Vigilia di Natale in quanto la cena può iniziare solo quando spunta la prima stella. Certo, ormai conta l’orario che ogni famiglia ha stabilito con la tradizione, ma un’occhio al cielo lo si butta sempre.
La Vigilia è una cena, come tipico del cattolicesimo, senza carne ma con pesce.
Prima ancora di sedersi a tavola, ci si scambia l’oplatek (si pronuncia opuatek), un’ostia non consacrata che di solito ha impressa un’immagine religiosa ad esempio la natività. Rappresenta il pane spezzato con gli altri, infatti ogni famiglia ne ha a disposizione un foglietto e ciascuno stacca un pezzettino per sé dall’ostia che gli viene offerta, lo mangia e fa i propri auguri. Così ognuno lo porge agli altri che faranno lo stesso.
Le portare sono dodici e vanno assaggiate tutte per buon augurio, anche perché solo così si potrà avere fortuna per tutti e dodici j mesi dell’anno.
Di regione in regione (come in Italia) ci possono essere variazioni ma conosciamone alcuni.
Il barszcz, il brodo di rape rosse che viene servito con le uszka. Le uszka sono dei piccoli tortellini fatti con meno uova rispetto al classico impasto della pasta all’uovo italiana. Quindi a volte questa zuppa viene servita con uszka z grzybami (tipo tortellini con funghi), altre con krokiet (crepes a forma di involtini riempite di krauti o funghi).
Il ripieno è rigorosamente fatto di funghi (che vengono anche aggiunti secchi al brodo, per dare una sfumatura in più alla dolcezza delle rape) e senza formaggio. In alternativa in alcune zone si può mangiare una zuppa di funghi (zupa grzybowa). Ma la zuppa rimane, come sempre in Polonia, il modo preferito di iniziare un pasto.
A questo si aggiunge il pane (nogacz) che si fa solo per la Vigilia con una spolverata di semi di papavero in cima.
Quindi si va avanti con altri piatti caldi, di solito si mangia karp (carpa), un pesce molto diffuso nei laghi polacchi e piuttosto economico ma che tuttavia non piace a tutti per via del suo sapore particolare e perché pieno di lische, così viene sostituito con orata, salmone, tonno o altri tipi di pesce. La carpa viene preparata in padella, oppure servita fredda in gelatina. Le carpe si possono friggere o preparare con uva passa e mandorle (ricetta d’ispirazione ebraica) o ancora come una sorta di polpettone servito con una crema di rafano (kren). Altro pesce che non può mancare sulle tavole polacche è lo śledz (aringa), poco apprezzato in Italia ma molto amato in Polonia, dove viene preparato in mille modi diversi tra cui con panna acida, cipolle, pomodori, mostarda, mele o uva sultanina. Esiste anche la ricetta dell’aringa “all’italiana”, con pomodori secchi e rucola.
Ovviamente non mancano altri piatti delle feste, come i pierogi (si pronuncia pieroghi), che sono dei grandi ravoli a mezzaluna riempiti di patate aromatizzate con un po’ di cipolle, cotti in acqua bollente e poi ripassati in padella. Sono un po’ una specie di panzerotti con vari ripieni. Questo piatto piace a tutti, sono i preferiti dei bambini. È ovvio che per l’occasione saranno senza carne, quelli più diffusi sono farciti con patate e un formaggio simile alla ricotta, con crauti e funghi. Altro piatto che per l’occasione diventa veg sono gli involtini di verza (golabki) che solitamente vengono riempiti con un misto di carne macinata e riso.
Altri piatti sono la salatka jarzynowa (insalata russa), la kapusta z grochem (crauti con piselli secchi), le lazanki z kapusta i grzybami (pasta con crauti e funghi).
I piatti vengono accompagnati con il kompot, una bevanda dolce realizzata con frutta secca.. Un altro dolce molto diffuso è la kutia: è molto particolare, contiene grano cotto, semi di papavero, noci, uva sultanina, miele, in alcuni casi anche panna. Super calorico, ma a Natale le calorie non si contano!
I dolci Pure possono variare da zona a zona. Ciò che non può mancare ovunque è il pan di zenzero così come il piernik, che è una sorta pain d’epices fatto con miele, zenzero, cannella e noce moscata. Il vero re è il makowiec, tipico soprattutto della Slesia, è il dolce fatto con i semi di papavero (mak) e si prepara come un rotolo bicolore con un impasto classico e un altro con i semi di papavero (che sono simbolo di abbondanza). In realtà è un dolce che si fa tutto l’anno, ma a Natale la parte bianca dovrebbe essere più sottile rispetto a quella nera, proprio per essere di buon auspicio.
Makowiec
Al di là dei tanti piatti, la tradizione dice che sulle tavole polacche non possono mancare pesce, semi di papavero, funghi, miele, noci. Tutto ciò con l’augurio di fortuna, felicità, forza, amore.
In campagna, i contadini, dopo la cena portano un pezzo di oplatek anche ai loro animali. Secondo la tradizione questo li difende dalle malattie, dalla sfortuna e dai lupi. L’oplatek si può dare anche agli animali domestici, quindi nelle case polacche si dà anche a cani e gatti ma soprattutto troverete sempre la tavola apparecchiata con un posto in più che simboleggia la solidarietà, il pensiero a chi soffre fame e povertà.
Natale sulle tavole d'Africa.
Anche qui varia da Paese a Paese. A seconda del posto, il pranzo/cena di Natale può prevedere pietanze come zuppa di pane e carne, arrosto di capra, riso e pasta di patate, stufato di pollo. Nei Paesi più occidentalizzati ci sarà in tavola, invece, tacchino arrosto, maialino da latte, uva passa, verdure.
Per tradizione a Natale in sud Africa il pranzo è composto da tacchino, roast beef, maialino da latte, riso giallo con uva passa, verdura e plum pudding. Nel pomeriggio, le famiglie vanno in campagna e di solito ci sono giochi per tutti o si fa il bagno sotto il sole caldo, e poi a casa con il fresco della sera. In sud Africa tra le tradizioni gastronomiche Natalizie troviamo, gustosi piatti di insetti fritti!
In Ghana, Congo e altri paesi invece si mangia riso e pasta di patate o manioca, o mais, il Fufu a base di spezzatino o Zuppa di okra, polenta e carni. La notte di Natale si mangia il Fata, che consiste in pane, riso, aglio e carne bollita, mentre il giorno di Natale le persone vanno a trovare amici e vicini di casa portando con loro il Kaik che è un tipo di pasta frolla, che si accompagna con una bevanda conosciuta come shortbat.
In Etiopia il giorno di Natale è il 7 gennaio. Il cibo servito a Natale di solito comprende injera, una frittella di pasta acida come il pane con doro wat, uno stufato di pollo piccante. Un pezzo di injera viene utilizzato per raccogliere la wat. Il pranzo si serve in cesti decorati fatti a mano.
Natale in Cile
Sappiate che c’è chi inizia a mangiare all’alba. In Cile infatti il pranzo di Natale inizia, pensate un po', all'alba del 25 dicembre, appena dopo la tradizionale messa di Natale!
Le famiglie cilene si riuniscono il pomeriggio del giorno prima di Natale per festeggiare insieme e mangiare i piatti tipico, che sorprendentemente non è così diverso dal cibo quotidiano cileno. La “cena” consiste in pollo o tacchino arrosto, piatti tradizionali del Cile a seconda della famiglia. Il pane tradizionale di Natale è il Pane di Pasqua che si mangia solo per il Natale. Si beve anche Cola de Mono (che vuol dire: coda di scimmia) come liquore speciale nel periodo natalizio, che è fatto con latte, caffè, brandy, cannella e zucchero.
Natale in Giappone
Mentre in Italia nonne, mamme e zie fanno salti mortali per potare in tavola un pranzo sempre stra-ricco, i giapponesi trascorrono il Natale mangiando un'unica e semplice pietanza: il pollo fritto, possibilmente di Kentucky Fried Chicken! Non essendo il natale una festività popolare nipponica negli anni '70 ha avuto inizio questa tradizione che dura ancora oggi ed è così amata che i giapponesi per sicurezza prenotano la cena di Natale fino a 2 mesi prima. Per loro è un po’ tipo San Valentino: si va a cena in coppia e ci si scambia regali.
Ovviamente le tradizioni e le peculiarità nel mondo sono migliaia: dall’eggnog, la bevanda natalizia alcolica storicamente legata alla aristocrazia inglese, fino al Christmas Pudding; dai piparkakku, biscotti finlandesi di svariate forme, ai polvorones spagnoli che seguono l’appetitoso escudella y carn d’olla (zuppa di verdura e carne di tacchino con frutta glassata al forno).
Insomma corriamo sempre di più verso una cultura allargata, dove le tradizioni si miscelano, si influenzano e ci uniscono.
Seguici su facebook foodclub.it
Entra nel vivo della discussione sul nostro gruppo, un luogo libero dove professionisti della ristorazione, clienti e #foodlovers si confrontano sui temi del giorno: Join the #foodclubbers Be #foodclubber