Daniele Rossi, lo chefgram italiano da milioni di... visualizzazioni!
Intervista a Chef Daniele Rossi, detto lo chefgram per i milioni di followers su instagram e tiktok
Il favoloso mondo dei social network ha amplificato esponenzialmente quel concetto di Andy Warhol secondo il quale "Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti". Chiunque può riuscire a mettersi in vista mostrando le proprie capacità e per fortuna, fatte le dovute eccezioni, la rete sembra essere molto più meritocratica rispetto ai contesti quotidiani.
Grazie al mio dito indice sono incappato più volte su un faccione davvero simpatico e pacioccone, partito il video, di massimo 30 secondi e composto da microframe, Il faccione in questione, alternando simpatiche espressioni, realizza fantastiche ricette. Sto parlando del fenomeno social del momento che raggiunge con i suoi video fino a 7 milioni di visualizzazioni preparando una semplice Guacamole. Si tratta dello chef Daniele Rossi che grazie ai social ed ai suoi modi semplici, essenziali e diretti ha portato un nuovo modo di fare cucina e condividerla!
Daniele, raccontaci chi sei!
Mi chiamo Daniele Rossi e sono di Firenze. La mia passione per i fornelli nasce fin da piccolo poichè nella mia famiglia c'erano diversi zii pasticceri. Quindi, un pò come tutti, durante le festività scolastiche estive trascorrevo parte delle mie giornate nei laboratori provando ad imparare il mestiere del pasticcere. Tuttavia, nonostante mi ritrovassi immerso dai dolci quotidianamente, la mia vera passione era quella di assistere la mia nonna che era pugliese e pastaia. A lei devo le mie prime vere esperienze ai fornelli e la manualità con gli attrezzi del mestiere. Preparare la pasta fresca era un lavoro di pazienza, tecnica e di manualità ma non solo, al completamento della pasta infatti partiva poi la preparazione dei sughi classici della tradizione toscana. Diciamo che tra i dolci con gli zii e la pasta con la nonna non c'è stata mai sfida. La nonna vinceva a mani basse.
Ho successivamente trasformato la mia semplice passione in un vero e proprio impegno, studiando all'istituto alberghiero. Da lì le prime esperienze e gli stage estivi in alberghi o con società di catering fino al diploma. Il mio primo impiego è stato in un ristorante vicino casa dove ero solo in cucina e spaziavo dalla lavapiatti ai fornelli fino al servire ai tavoli, successivamente ho lavorato in alberghi estivi alternandoli con lo street food nel periodo invernale.
Nei tuoi piatti generalmente tradizionali è presente molto spesso un'influenza estera: guacamole, tuile, namelaka. Uno studio approfondito o esperienza fatta all'estero?
Le mie esperienze all'estero sono state tante, le occasioni sono state diverse. Ho viaggiato per lavoro, intendo proprio per cercare lavoro, e mi è capitato di viaggiare per hobby trovando poi casualmente lavoro. Ho visitato la Francia e la Spagna, queste un po' più affini alla nostra cucina. Sono stato diversi mesi in Ucraina dove invece ho avuto modo di lavorare con materie prime, metodiche, ricette e una cultura gastronomica completamente diversa dalla nostra. L'esperienza più formativa è stata a New York dove ho lavorato per uno chef giapponese oltre a condividere (per ristrettezze economiche) la stanza con due cuochi, uno cinese e l'altro coreano con i quali ogni mattina e ogni sera ci dilettavamo a esprimerci nelle nostre reciproche cucine e spesso a contaminare le tre tradizioni. Indimenticabile.
Al ritorno ho vissuto la mia vera grande esperienza nella brigata del ristorante Virtuoso dove per la prima volta mi sono ritrovato ad essere parte del conseguimento della prestigiosa stella Michelin.
Se un bambino inizia a tirare i primi calci ad un pallone lo fa emulando il campione della sua squadra del cuore, e sono sicuro che anche gli chef tendono ad emulare i loro più illustri colleghi. Raccontaci i tuoi idoli.
Senza dubbio Antonino Cannavacciuolo è lo chef televisivo al quale mi ispiro maggiormente. Grosso come me, nei movimenti televisivi sembra goffo e impacciato ma quando indossa il suo grembiule diventa l'esatto opposto: di una precisione e una manualità impressionante. Enrico Bartolini è invece quello di cui conosco di più avendo lavorato da chef che sono passati dalla sua brigata. In chiave The Best Chef Awards superando i confini Italiani mi piacerebbe vivere l'esperienza Grégoire Berger. Un sogno
Quando nasce l'idea di aprire un canale social?
Ho creato il primo account social come tutti i ragazzi della mia età, ma inizialmente alle prese con il lavoro non riuscivo a dare la giusta importanza all'aspetto professionale pubblicando con poca frequenza le mie ricette. Il lockdown e l'interruzione brusca del lavoro mi ha dato la possibilità di potermici dedicare con maggiore dedizione e cura. Ho migliorato le riprese, dopo mesi di riprese dall'alto infatti ho deciso di metterci la faccia. Ho migliorato poi le preparazioni e dando la giusta continuità sono riuscito a dare un seguito e una visibilità al mio lavoro. Credo che il segreto del successo per chi vuole mettersi in mostra sia proprio quello: metterci la faccia e dare continuità (di un lavoro di qualità ovviamente).
"Metterci la faccia" utilizzo quest'espressione per ritornare ai piatti e parlare della tua particolarissima ripresa video. Espressioni simpatiche e una cucina tradizionale contaminata. Come sei arrivato a questa idea vincente?
Come detto, i miei primi video avevano inquadrature dall'alto, ero timido e non volevo mostrarmi. Rimasto senza lavoro mi sono reso conto che se c'era una persona su cui potevo contare ero solo io, e solo mostrandomi potevo capire davvero se Daniele Rossi poteva davvero farcela. Registrando i video mi resi conto di espressioni buffe che facevo naturalmente, ma il colpo di genio ci fu preparando un dolce, senza accorgermene assaggiai il risultato finale e venne fuori un sorriso di gioia che credo accada a chiunque realizza qualcosa di buono. Devo dire che è piaciuto tantissimo. Rispetto la cucina, inutile girarci intorno, la tradizione ha sempre il suo appeal verso il pubblico. Certo, è vero che da quando le tv sono tempestate di programmi di cucina il livello di attenzione verso nuove tecniche e metodiche di cottura è aumentato. Le persone sono attratte più al roner che al forno e preferiscono un taglio perfetto rispetto ad un taglio grossolano, per non parlare dell'impiattamento. Diciamo che la mia evoluzione è stata quella di presentare cose tecniche in maniera semplice e insieme al mio "faccione" hanno creato un connubio vincente.
Noi di Foodclub abbiamo a cuore argomenti come sostenibilità, stagionalità, territorio, spreco alimentare e inquinamento. Quale è il tuo pensiero a riguardo?
Guarda, io argomenti così li ho conosciuti da piccolo con la mia nonna attraverso frasi come: "Non si getta niente, impara a recuperare tutto". La mia è una cucina ecosostenibile. Grazie poi al mondo social ho avuto la possibilità di approfondire conoscenze con piccole aziende a carattere familiare con piccole produzioni che rispettano tutti i parametri di cui parliamo. Il fatto è che a me piacerebbe cucinare la melanzana siciliana in estate e il friariello napoletano d'inverno, però poi ti capita a dicembre l'utente che ti chiede una versione divertente della parmigiana e inevitabilmente ci si adegua a chi ha un idea di cucina più globalizzata.
Ecco, a proposito di melanzana vi svelo una piccola ricetta utilizzando tutte le parti di questo meraviglioso ortaggio:
Cappellotto alle melanzane con ristretto di pomodoro e salsa al parmigiano
Preparo i cappellotti con tuorli e un mix di farina integrale e semola.
La farcia la preparo cuocendo la melanzana intera nel forno, poi ripasso la polpa in padella con la sua acqua rilasciata nel forno e salsa di soia e al completamento chiudo i cappellotti. Essicco quindi la buccia con affumicatore, preparo il ristretto di pomodori e una salsa al parmigiano.
Davvero Buono
A breve ritorneremo alla normalità, manca poco per raggiungere l'immunità di gregge e la vaccinazione sta facendo passi da gigante. Parliamo di Futuro: Ristorazione, comunicazione e il tuo futuro dopo il covid-19?
Inevitabilmente appena riapriranno le porte tutti noi faremo follie per ritagliarci qualche minuto di normalità, sarà una caccia al posto a sedere. Poi però si accuserà un po' di crisi e le persone inizieranno a scegliere i posti più economici con la migliore offerta qualitativa. La cucina tradizionale risponde a tutti i requisiti anticrisi, prodotti locali e stagionali, fornitori locali e prezzi convenienti per ottimizzare i food cost.
La comunicazione avrà l'effetto opposto, i social potrebbero essere accantonati un po' come accadde dopo il primo lock down. Il social è una bolla e come dicevo prima, riesce a dare una botta di visibilità enorme a chiunque, sono poi coloro che hanno vere basi a portare avanti i progetti seri, coloro che non demordono e continuano ad aggiornarsi e studiare portando sempre più innovazioni al pubblico. La qualità resiste nel tempo e alle avversità.
Io sto studiando un format nuovo per un videocorso su tecniche e metodiche in cucina. Su queste basi vorrei iniziare a buttare giù le prime righe di un libro in cui a seconda delle tecniche propongo delle ricette.
Come tutti ho un sogno, aprire un ristorante tutto mio. Grazie alla popolarità lavoro facendo consulenze, videolezioni e collaborazioni. Se dovessi fermarmi un giorno in un ristorante dovrei poi rinunciare a tutto questo.
Come sai sono un biologo nutrizionista e grazie a Foodclub.it ho la possibilità di chiedere a tanti chef pareri sull'argomento Dieta. Nell'immaginario comune mettersi a dieta e ridurre le calorie è quasi una rinuncia inevitabile al buon gusto. Cosa ne pensi?
Se dovessi definire un lato oscuro della cucina lo chiamerei Food Porn. Quella parte cattiva che ha distorto il pensiero comune di gusto e di buon gusto. Diventa ovvio che la gente pensi alla dieta guardando un calamaro stecchito dopo bollitura accompagnato dall'insalatina verde che ricorda un po' la mensa ospedaliera. Ma se lo stesso calamaro lo vai a farcire con il suo contorno che potrebbe essere una buona caponata di melanzane e lo passi in forno e lo completi con un filo d'olio a crudo, tu mangi un piatto che prepari in 20 minuti, un gusto marino eccezionale che si bilancia perfettamente con l'agrodolce della caponata. Dimmi te se non ci sta bene nella dieta di chiunque.
Ideeresti una videoricetta nutrizionalmente Valida per i foodclubbers? Che dici, accetti la sfida?
Certo che accetto e anzi ti ringrazio per l'opportunità! Dedicherò una mia prossima ricetta light a tutti voi Foodcubbers con immenso piacere; collegatevi al mio account instagram e TikTok @Danielerossichef!
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