Dove mangiare a Napoli nel periodo di Pasqua
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Anche se ormai viaggiamo sempre, in ogni periodo dell’anno ci sono spazi che amiamo dedicare a noi stessi seguendo gli itinerari più diversi, dai classici delle città d’arte ai sentieri che percorrono piccoli borghi e villaggi poco conosciuti.
A Pasqua però si viaggia un po’ tutti, o comunque in tanti. Questa sentita ricorrenza religiosa segna l’arrivo della primavera con tutto il suo entusiasmo di vita che si rinnova, di rinascita della natura e dei sentimenti.
Napoli è una meta italiana molto battuta, non più una breve sosta prima di raggiungere le coste di Amalfi e Sorrento, si viene nella città di Partenope per conoscerla a fondo, per scoprire anche gli angoli più nascosti nella consapevolezza che sia un luogo da godere con gli occhi, con le orecchie perché è molto sonora e canterina, ma anche e soprattutto con il gusto. E’ una città da gustare, spaziando dal salato, al dolce, ai lievitati tra pizza al forno, pizza fritta, casatielli dolci e salati, babà, pani tradizionali e non.
Prima di partire, ci si dedica all’itinerario del gusto, tracciando una marcia longa di soste brevi o piacevolmente prolungate.
Partiamo dalla pizza che è anche il simbolo di Napoli nel mondo.
Concettina ai Tre Santi di Ciro Oliva nel quartiere Sanità è una tappa obbligata dove l’eccellenza della pizza napoletana va di pari passo con il progetto narrativo della cultura partenopea che si accende in ogni singolo particolare. Golosi e divertenti i menù degustazione.
Sempre nel quartiere della Sanità c’è il vecchio Panificio Tarallificio Esposito, O’ Furn’ e Pasquale ‘o Tarallar, dove si ritrovano le forme tradizionali dei pani napoletani, poi i taralli sugna e pepe con le mandorle, la pizza in teglia, i casatielli dolci e salati tipici della Pasqua.
In Piazza Sannazzaro nel bellissimo quartiere Mergellina, adiacente al Lungomare di Napoli, c’è la pizzeria 50 Kalò del bravissimo Ciro Salvo, con pizze della tradizione e nuove interpretazioni ben pensate con i prodotti della fertile Campania.
Nel centro storico, battutissimo, dove incontriamo e respiriamo una Napoli molto autentica, ricca di storia antica che parte dal periodo greco romano fino ad incontrare artisti contemporanei, c’è la pizzeria Palazzo Petrucci proprio in una delle piazze più belle della città, Piazza San Domenico Maggiore, con tavoli all’aperto, in sala o anche sulla terrazza.
Molti ricercano le trattorie dove gustare i piatti della tradizione: in zona stazione centrale ne dà un’ottima interpretazione Ieri Oggi Domani, nei locali dell’ex trattoria La Fila, conosciutissima – anche la pizza è molto buona. Sempre in zona Piazza Garibaldi c’è Mimì alla Ferrovia, luogo storico e molto apprezzato. Cap’alice è l’enosteria partenopea in via Bausan dove l’offerta è ampia, dal wine bar con accurata selezione di vini, ai piatti che spaziano dalla tradizione a ricette contemporanee.
Nella zona dello shopping, in via Chiaia, proprio sui Gradoni di Chiaia, poco prima del ponte che conduce ad un altro quartieri interessantissimo e poco battuto, c’è ‘A Puteca di Claudio Tramontano meta frequentatissima dagli appassionati di vini naturali – da qui ci si introduce ai Quartieri Spagnoli, tipici e divertenti, da percorrere lentamente a piedi.
Buona cucina e pizza tradizionali all’Antica Pizzeria Lombardi in via Foria 12 dal 1892, un luogo che narra passaggi importanti della storia di questa parte della città e della solare ospitalità della famiglia di ristoratori.
In prossimità della bellissima piazza Municipio c’è un luogo del gusto innovativo, di recente apertura, panificio e bistrot, Legrani, raffinato e curatissimo, con i pani del noto Massimiliano Malafronte, di Gragnano, un angolo prima colazione e pasticceria eccellente fino alla cucina con pochi piatti bene eseguiti.
Altra zona molto frequentata è il Lungomare, uno dei più belli al mondo, qui una buona cucina di mare con servizio attento è offerta al ristorante La Cantinella della famiglia Rosolino, con vista mare.
Per chi ricerca il fine dining e una cucina innovativa, Napoli offre tantissimo.
Nello storico Grand Hotel Parker’s, nella zona alta della città, sul corso Vittorio Emanuele il ristorante stellato George dove c’è il bravissimo chef Domenico Candela, napoletano autentico che ha lungamente studiato Oltralpe incrociando le due culture culinarie con interpretazioni che si fanno lungamente ricordare. Da qui si gode una vista straordinaria sulla città con la piena visione della sua struttura a strati che si sovrappongono con armonia di forme degradano verso il mare.
Poco distante vale la sosta all’Antico Forno Molettieri dove l’offerta e la qualità dei pani è pazzesca, fino a spaziare nei toni dolci per la prima colazione sforando nella pasticceria.
Palazzo Petrucci è un'altra meta stellata, nello chicchissimo quartiere Posillipo, forte è l’impronta partenopea dello chef Lino Scarallo e indimenticabile la vista dalle pareti a vetro. Su tre livelli con format diversi che vanno dal cocktail bar, al bistrot dei lievitati uniti ai piatti della tradizione, al fine dining.
E poi per chi ama sorseggiare lentamente champagne, associato sempre all’idea del buon cibo, in via Salvator Rosa, poco distante dal Museo Archeologico di Napoli (tappa imperdibile), Charcuterie Salvatore Cautero, con ricercatissima lista di champagne da piccoli vigneron a maison blasonate.
Questo itinerario goloso circoscrive il centro della città di Napoli e i suoi punti di interesse, da raggiungere anche a piedi, il modo migliore per entrare profondamente nell’anima di Partenope e della sua gente sempre pronta all’accoglienza e al dialogo.
photo credits Giodinu via Flickr
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