Fico Pizza e Cucina – il nuovo spazio eno-gastronomico estivo di Tenuta Villa Guerra
Visita da Fico Pizza e cucina - nuovo spazio eno-gastronomico di Tenuta Villa Guerra
Fico - Pizza e cucina in giardino
Via Nazionale 414 - 80059 Torre del Greco
Aperto tutti i giorni a cena. Chiuso il martedì.
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Ideale propaggine en plein air dello stellato Josè Restaurant, si inaugura Fico per la stagione a venire, nuovissimo garden della famiglia Confuorto
TENUTA VILLA GUERRA E FICO
Di Tenuta Villa Guerra sappiamo abbastanza, o meglio il tanto che basta per apprezzarne l’enorme rilievo storico-architettonico, culturale: facente parte delle ville vesuviane del Miglio d’oro – ovverosia i centoventidue edifici costruiti fra il diciottesimo e diciannovesimo secolo lungo l’asse che corre da Napoli a Torre del Greco – è stata ab origine adibita a residenza nobiliare di corte, nelle immediate adiacenze della Reggia di Portici, sede dei Borbone.
Per la verità, la Tenuta suddetta, sita nel comune di Torre del Greco, si è sempre connotata per alcune peculiarità architettoniche, ma è stata merito della famiglia Confuorto – Antonio, ultimo figlio, ne tiene le redini – averne conferito ulteriore lustro, nell’ambito segnatamente eno-gastronomico: dal 2019 la tenuta ospita il ristorante fine-dining Josè, insignito della prestigiosa stella Michelin, ed oggi la sala e la sommellerie è gestita dall’accoppiata Pasquale Marzano e Salvatore Maresca, mentre executive chef è Alberto Annarumma, originario della contigua Pagani.
La stessa squadra che cura, debitamente supportata (impossibile non menzionare l’esperienza di Simone Ferrante al servizio), la nuova offerta di Fico – il richiamo all’omonimo frutto ne evidenzia stagionalità ed echi gustativi primigeni – “garden eno-gastronomico” improntato alla snellezza e semplicità dell’offerta. Notabile lo spazio riservato al grill ed alla pizza, con frequenti incursioni “a braccio” nel menù, variabile a cadenza settimanale, sulla scorta della reperibilità contingente degli ingredienti, ripartito fra pescato e piatti di terra.
A guardare con consapevolezza, anche nell’apparente “entropia” degli spazi estivi riservati all’accoglienza – splendido il prato living, curato nei minimi dettagli – è dato riscontrare la ripartizione degli ambienti da ristorante classico, a suggellare il concept dell’intrapresa.
Josè docet, insomma, partendo dalla funzionalità del banco cocktail, spumante e distillati – che vede spesso la titolarità proprietaria servire personalmente gli avventori – passando per il contraltare del banco vini per il servizio “old-style”, con la selezione curata dal sommelier Maresca, sino a terminare con i tavoli squadernati ai lati, inframezzati dal forno a legno della pizzeria ed il grill per i diversi tagli di carne, e dagli angoli living conviviali a margine, con poltrone e tavolini.
GLI ASSAGGI ED IL WINE TASTING
Passando alle portate degustate, debitamente riarrangiate in chiave “appetizer”, a riprova della snellezza della proposta, iniziamo dalle montanare fritte, salmone marinato con zucchine, polpo con rucola capperi e pomodori secchi, calamari fritti e trancio di Margherita (che davvero non ti aspetti) con un impasto soffice, scioglievolezza marcata, cornicione alveolato quanto basta.
In pairing, il metodo charmat di Cantine Astroni, la Falanghina spumante brut Astro Campi Flegrei D.O.C., interessante, sempre da soppesare come imprimatur territoriale.
Ed è la volta del primo, “Nerano”, in cui lo chef non teme di confrontarsi con uno dei capisaldi della tradizione regionale, risultato apprezzabile e gustoso, nonostante un utilizzo forse (troppo) liminare del Provolone del Monaco, dirimente della sapidità.
Sovviene, sotto il profilo enologico, lo Scomposto Beneventano Bianco I.G.T. di Tenuta Sant’Agostino, Malvasia vinificata in anfora, che ben sorregge la complessità della preparazione.
Sulla tagliata di carne alla griglia – grasso succulento e marezzatura di qualità – assaggiamo il Tramonti Rosso Costa D’Amalfi D.O.P. 2020 dell’azienda Raffaele Tagliafierro, dal tannino ancora da levigare forse, complesso e strutturato dal punto di vista olfattivo.
Concludiamo con il dessert “rivisitazione di zuppa inglese”, impiattamento di geometrica eleganza: vero e proprio colpo di classe l’eccellente “Il Sasso di Riccardo” Passito Rosso I.G.T. Terre del Volturno, da vitigno autoctono Casavecchia dell’azienda Terre del Volturno, ora non più operativa, quindi con un surplus nostalgico che ne accentua il valore emotivo.
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