Ogni giorno 25.000 persone muoiono di un male di cui abbiamo la cura: la fame. Condividere un pasto è un obbligo morale.
Crusco's a Potenza dona pasti dopo le 18, la lotta ai "nuovi poveri"
Il termine inanizione si riferisce ai sintomi e gli effetti dell'inedia. Secondo stime della FAO del 2003, più di 25.000 persone muoiono di fame ogni giorno (in media, una ogni cinque secondi), mentre tra il 2001 e il 2003 più di 800 milioni di persone soffrivano di denutrizione cronica.
Secondo uno studio pubblicato il 7 Ottobre dalla Banca mondiale, a causa del covid-19 il numero di persone che vivono in estrema povertà -vale a dire, chi guadagna meno di 1,99 dollari (1,63 euro) al giorno- quest’anno aumenterà di 70-100 milioni, numero che si porterà, entro la fine del 2021, fino a 150 milioni di persone.
“Molti paesi stanno registrando un calo del reddito da lavoro in una misura vista raramente”. Per la prima volta in quasi un quarto di secolo, la povertà estrema aumenterà in tutto il mondo, una condizione che toccherà tra il 9,1 e il 9,4 per cento della popolazione mondiale nel 2020.
Tutto ciò rischia di portarci indietro di almeno un decennio in termini di progresso.
Guardiamo cosa succede in Italia.
Una indagine Coldiretti stima che la crescita dei "nuovi poveri" sia salita di oltre un milione sulla base dei dati raccolti dalle associazioni caritatevoli che registrano un aumento anche del 40% delle richieste di aiuto. Nei tre mesi più difficili dell'emergenza Covid, da aprile a giugno di quest'anno, la Caritas ha assistito 450mila persone; una su tre era la prima volta che si rivolgeva all'ente di beneficenza.
In crescita anche la richiesta di aiuto da parte dei piccoli commercianti e i lavoratori autonomi. Tra gli interessati ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. "Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche."
Le situazioni di difficoltà sono diffuse lungo tutta la Penisola ma le maggiori criticità si registrano nel Mezzogiorno: il 20% degli indigenti si trova in Campania, il 14% in Calabria e l’11% in Sicilia ma situazione diffuse di bisogno alimentare si rilevano anche nel Lazio (10%) e nella Lombardia (9%) dove più duramente ha colpito l’emergenza sanitaria, secondo gli ultimi dati Fead.
Un esempio della necessità avuta è stata la “spesa sospesa", sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo. Sono state innumerevoli le richieste e fortunatamente anche le partecipazioni. Hanno aderito centri di grande distribuzione e privati cittadini.
Nel periodo maggio-settembre 2020, confrontato con gli stessi mesi del 2019, l'incidenza dei "nuovi poveri" per effetto dell'emergenza Covid passa dal 31% al 45%: "quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta".
I disoccupati rappresentano il 50%, ma una buona fetta sono occupati (34%).
Ed è questa la variazione che più impressiona: i titolari di un contratto di lavoro che si rivolgevano alla Caritas erano prima del Covid in media un quinto (nel 2019, erano il 19%), ma dopo il lockdown sono saliti a un terzo (33,4%); si tratta il più delle volte di cassintegrati che hanno perso il lavoro e non sono riusciti ad avere le somme in tempo per far fronte alle esigenze della famiglia.
Nella più rosea previsione il Pil italiano di quest'anno dovrebbe scendere, rispetto al 2019, del 10% circa rischiando di annullare 160 miliardi di Pil.
I lavoratori più colpiti sono stati quelli impiegati nei settori della ristorazione (lavapiatti, camerieri), ospitalità (custodi, cameriera ai piani) e della cura alla persona (colf e badanti).
Di fatti il settore della ristorazione, tra chiusure obbligate, disposizioni e norme da rispettare, adeguamento dei locale, riduzione dei coperti, orari stravolti, è forse il più colpito. 300mila imprese -con circa 1,5 milioni di lavoratori e in grado di generare un valore aggiunto di 90 miliardi di euro per il nostro Paese- che si sono totalmente visti stravolgere ritmi, possibilità e vita.
Eppure, è proprio nel bel mezzo di disordini, manifestazioni e inni alla possibilità di potersi tenere in piedi, arriva il gesto di due ristoratori. Un gesto che spiazza per la sua semplicità e per il suo grido di speranza, condivisione e collaborazione.
Un gesto di bontà, quello di Salvatore e Linda, che ci riporta alla realtà e al fatto che il momento è difficile indistintamente per tutti, un gesto che ci rende fiduciosi su una cosa almeno: anche la gentilezza contagia.
Linda e Salvatore hanno un piccolo bistrot di cucina lucana a Potenza, il Crusco's. Tutto è iniziato con questo post sulla pagina facebook del loro locale, di cui riportiamo testualmente il contenuto:
"Sappiamo che ci sono famiglie, persone sole, in grosse difficoltà economiche. Non possiamo e non vogliamo stare a guardare. Ogni giorno tonnellate di cibo invenduto finiscono nella spazzatura. Da oggi il nostro ristorante dalle 18.00 alle 18.30 dopo la chiusura e nella massima discrezione, a chiunque si presenti perché in difficoltà REGALA in vaschette da asporto il non venduto della giornata. E se casomai avessimo venduto tutto, nessuno andrà via a mani vuote.
Vi chiediamo la cortesia di dare a questo messaggio la massima condivisione.
Vi ringraziamo, Linda e Salvatore"
L'iniziativa ha destato clamore: quanto è sorprendente che in un momento di immensa difficoltà ci si ricordi degli altri? (non come quanto accaduto in un noto locale campano.)
Grazie a questa idea, a questo modo di aiutare, al Crusco's si sono uniti altri locali potentini, il Burbaka ed il Verdecrudo. Per fortuna direi, perché gli stessi Linda e Salvatore si sono resi conto di quanto servisse un aiuto del genere e hanno invitato tutti i ristoranti a prendere parte alla loro iniziativa.
"Cari Amici, è spaventoso il grido di aiuto che ci è giunto da centinaia di famiglie. Non ci aspettavamo tanta sofferenza e così tante persone in difficoltà. Ringraziamo le tantissime associazioni che ci hanno a loro volta ringraziato e aiutato. Invitiamo tutti i ristoranti, come hanno già fatto i ristoranti Burbaka e Verdecrudo, ad aiutare quante più famiglie è possibile e speriamo con tutto il cuore che a nessuno manchi mai il cibo a tavola. Noi siamo solo una goccia in un mare di disperazione."
Parole vere, che dimostrano presenza, partecipazione, coesione e voglia di donare la cosa più di valore da sempre: il tempo!
I ringraziamenti non bastano per chi come queste persone decide di combattere in silenzio e in punta di piedi la povertà di valori.