Le selezioni di ostriche di Migliaccio Storie di Mare incontrano i vini dei Campi Flegrei dell’azienda Il Quarto Miglio
La Migliaccio Storie di Mare propone una degustazione di ostriche pregiate
Migliaccio Storie di Mare S.r.l.
Corso Europa n. 100 - Marano di Napoli (Na)
Tel: 351 9468156
Email: [email protected]
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Focus sulle ostriche categoria special nella serata degustazione organizzata in Quarto, all’insegna della sinergia fra eccellenze territoriali.
MIGLIACCIO STORIE DI MARE E LA CULTURA DELLE OSTRICHE
Secondo la narrazione tradizionale, l’ostrica fu introdotta nei Campi Flegrei in data risalente, sin dal secondo secolo avanti cristo, in particolare nel territorio di Lucrino e della costa di Baia, citata anche da Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, originariamente per scopi di intrapresa economica e sviluppo turistico.
Furono tuttavia i Borbone a conferire sempre più importanza ed incidenza a tale consumo – le ostriche venivano servite a tavola in accompagnamento al garum, salsa liquida fermentata a base di interiora di pesce – divenuto progressivamente espressione sinonimica di opulenza, con una componente anche oleografica, poiché addirittura raffigurato in immagini stilizzate su vasellame ed oggettistica.
Dopo l’inserimento nei menù dei grandi ristoranti locali, il settore tuttavia incorse in un progressivo decadimento, sino alla crisi economica di inizio Novecento, con l’abbandono e la perdita degli allevamenti, caduti in disuso.
Spetta oggi, a start-up come “Migliaccio Storie di Mare – ed al meritevole operato dell’Associazione Italiana Ostricari, fondata di recente, e presieduta da Daniele Testa, patron del ristorante Punto Nave in Monteruscello – promuovere e favorire il consumo consapevole e la diffusione della cultura delle ostriche, presenti nel nutrito catalogo della prima impresa, con una prestigiosa selezione.
La “Migliaccio S.r.l.” nasce infatti come società per la vendita all’ingrosso di prodotti ittici, oggi diretta da Claudia e Rossella, terza generazione della famiglia Migliaccio, con più di cinquant’anni di esperienza nel settore della selezione e distribuzione di frutti di mare pregiati.
La nuova intrapresa “Migliaccio Storie di mare” integra l’esistente offerta con una linea commerciale di vendita di prodotti on-line dei migliori fornitori e brand-premium presenti sul mercato, mediante l’approntamento di schede tecniche inerenti la provenienza, la tipologia di allevamento ed il calibro di ogni singola referenza presente nel catalogo, per offrire al consumatore un’esperienza degustativa quanto più integrata possibile, con box eterogenei.
Eco-sostenibilità, imprenditoria femminile, pervicacia nei profili comunicativi: l’aporia è rappresentata dalla constatazione che l’Italia è il secondo consumatore d’Europa, ma solamente il sesto nella produzione, con un potenziale di consumo consapevole che giace pertanto ancora inattuato, superabile solamente attraverso qualificate iniziative a supporto, come quella cui abbiamo avuto il privilegio di attendere.
L’EVENTO E LA DEGUSTAZIONE TECNICA
L’evento – organizzato nell’azienda vitivinicola e ristorativa “Il quarto miglio” - con la partecipazione dell’ostricaro Giuseppe del Ponte, discendente per vincolo familiare dei primi cantastorie e coltivatori di fine Ottocento, e della giornalista e sommelier A.i.s. Adele Munaretto – ha avuto lo scopo di demolire luoghi comuni ed abbinamenti inveterati nei profili gustativi, presentando ai partecipanti il catalogo, e creando una degustazione esclusiva, che valorizzi il profilo sensoriale di tale pregiato prodotto.
Iniziando, abbiamo degustato la Ostrica Gold Beach Huitre, di grande spessore sapido e setosità, abbinata ad una Falanghina spumantizzata Extra Dry Momenti, interessante l’effetto di pulizia al palato, iconico il profilo.
A seguire, l’ostrica La Frandise, Geay, con un gusto maggiormente virato al dolce, in pairing la Falanghina Campi Flegrei D.O.P. annata 2021, giocata sul contrasto fra la sapidità del vino e la croccantezza del mollusco, nessuna acidità percepita, forse quella che ho apprezzato di meno, per orientamento personale.
Si continua con l’ostrica proveniente dalla leggendaria località francese di Mont Saint Michel, straordinaria capacità evolutiva e finezza, la Falanghina Macchia Bianca 2017 che sovviene, ben riesce a sostenere tale complessità.
Si conclude con sua maestà Gilardeau – di sicuro la più esposta dal punto di vista espositivo e commerciale – sulla quale viene offerto, in modo eterodosso, un Gragnano sempre dell’azienda Il quarto Miglio, in possedimenti lontani dai Campi Flegrei, stavolta in Penisola Sorrentina, per fare riflettere sull’omologazione commerciale che viene inculcata al pubblico, in modo surrettizio e sovente inconsapevole.
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