Piazzetta Milù: Il sabor iberico incontra il sapurito napoletano a casa della famiglia Izzo
Recensioni dei foodclubbers, Alfonso Oliva ci racconta Piazzetta Milù
Piazzetta Milù
Corso Alcide de Gasperi, 23, 80053 Castellammare di Stabia (NA)
081 871 5779
Sito Web / Prenotazioni
Menù degustazione a partire da 110 euro / Wine Tasting 55 euro
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Alfonso Oliva ci racconta Piazzetta Milù
Il ristorante nacque come pizzeria d’asporto prima di essere trasformato in braceria, per poi evolversi nel ristorante d'alta cucina che conosciamo oggi. Un'evoluzione che li ha portati a conseguire una stella Michelin nel 2016. I protagonisti del "nuovo" Piazzetta Milù sono i figli di Michele che, con sapienza e dedizione dopo una serie di esperienze internazionali, hanno contribuito al successo e alla progressione del progetto.
Situato a pochi passi dal lungomare di Castellammare Di Stabia, il locale si presenta con un arredo moderno, pietra nuda e rifiniture in acciaio spazzolato. L’ampia cucina a vista mette appetito e lascia presagire quello che sarà.
Gli interni eleganti ed essenziali rendono l’atmosfera in sala piacevole ed armonica, il gioco tra zone d’ombra e luci soffuse garantiscono un certo grado di intimità che, saggiamente, viene interrotta da Emanuele, il sommelier, che non tentenna nel presentarci il menù degustazione.
Da Piazzetta Milù non è prevista una carta, ma un unico percorso degustazione che può, al limite, essere ridotto.
“Evoluzione” è l’unica strada scelta da Maicol, strada per cui il commensale non è tenuto né a conoscere i piatti che verranno serviti né quanti ne saranno (al netto di eventuali intolleranze).
La degustazione, di non pochi piatti, permette di cogliere spunti esterofili in cui si manifesta l'apprendistato spagnolo di Maicol non ancorati al territorio ed altri, invece, che muovono il passo a partire da ricette tradizionali. Il sabor iberico abbraccia il sapurito napoletano.
In entrambi i casi la sensazione a prevalere è quella della curiosità e del divertimento, eccone alcuni:
Via Schito 42. Piatto completamente vegetale, le cui materie prime sono scelte sapientemente tra ciò che Maicol ha a disposizione nell’orto di famiglia, dal quale il piatto prende il nome. Sono più di venti tra verdura, frutta e legumi i prodotti che, venendo trattati separatamente, generano un mix di consistenze e temperature più che piacevoli al palato. Se la bravura di un cuoco si misura dal modo di trattare i vegetali, in questo caso ci sono pochi dubbi: l’inizio è più che promettente.
Insalata caprese. Piatto tradizionale nelle radici ma sofisticato nella tecnica. A presentarlo è Maicol che, con estrema eleganza entra in scena ed affetta il pomodoro di Sorrento pelato a vivo e invitandoci a strofinare le mani con le foglie della pianta di basilico che ha portato al tavolo. La gelatina naturale del pomodoro e la brioche all’acqua di mozzarella, sostenuti dal profumo di basilico che si ha tra le mani, riportano immediatamente il gusto a quello di un’insalata caprese le cui note tonde ed acide risultano più persistenti sia al palato che al naso.
Tartare di “anguria”. Servita come se fosse una tartare di carne.
Il cameriere si allontana dal tavolo, si inizia a degustare e nulla da dire, è una buona carne. Il cameriere torna e dice che quello che avevamo appena mangiato era in realtà anguria cotta e sfibrata più volte per riprodurre la consistenza animale, per poi essere condita e servita come tale. Si ride. Forse non il piatto più iconico della cena, ma sicuramente che divertite e stupisce, un gioco pienamente riuscito.
Risotto alla scapece.
Risotto mantecato con salsa alla scapece sul quale viene appoggiato un ventaglio di zucchine che in questo caso, rispetto alla ricetta tradizionale, non vengono fritte ma portano comunque il ricordo ai piatti della nonna con la marinata all'aceto di vino bianco. Simile a un quadro, è uno dei casi in cui pare far peccato nell'affondare le posate. La marinata acida da equilibrio al piatto che altrimenti risulterebbe troppo "tondo" e piacione.
King Crab e burro alle erbe fermentate. Chela di granchio reale cotta alla brace, servita con limone arrostito e spuma di burro alle erbe fermentate. Il sentore di brace ed il limone bilanciano le notte grasse della spuma di burro, che dona circolarità al gusto delicato del granchio.
Spiga e cioccolato. Tra le (più) proposte dolci sicuramente la più divertente. Una finta spiga arrostita, a richiamare quella di Via Schito 42, da intingere nel cioccolato fondente aromatizzato. Con questa coccola la cena procede verso la conclusione.
Piazzetta Milù
Dai fratelli Izzo ci si affaccia ad una cucina internazionale con gli occhi di un bambino. Questa è la sensazione dominante che mi ha avvolto uscito dal ristorante. Da Piazzetta Milù si corre il rischio (per gli amanti del genere) di essere distratti dalla creatività di Maicol che, pescando a piene mani dalla tradizione e nel territorio, non scade mai nel concettuale e nello stupore vuoto di contenuto. Maicol diverte e a stupisce continuamente durante il percorso, affiancato da una team che ha saputo valorizzare appieno le capacità di ogni singolo componente del nucleo familiare: Piazzetta Milù non è la cucina di Maicol, non sono gli abbinamenti di Emanuele e nemmeno la capacità manageriali di Valerio, Piazzetta Milù è una casa dove i padroni Michele e Lucia hanno saputo infondere ai loro figli una capacità innata di far stare bene i propri "ospiti".
Altre portate
Crema di olive e arancia e sfoglie di patate croccanti ripiene di crema al fior di latte, burro alle alici e pesto essiccato su una gelatina naturale di pomodoro.
Parmigiana di melanzane
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