WineClub: Anteprima del nuovo Blanc de Blancs 2012 Bruno Paillard
Alice Paillard presenta il nuovo Blanc de Blancs 2012 Bruno Paillard
BLANC DE BLANCS 2012 BRUNO PAILLARD
ANTEPRIMA ROMANA
Dove la forza incontra la grazia, è il tema identificativo scelto dalla Maison Bruno Paillard per il nuovo millesimato Blanc de Blancs 2012. A me fa molto pensare ad Alice, perennemente avvolta nella sua luce di eleganza eterea, forte e tenace allo stesso tempo nel perseguire i propri obiettivi. Questo concetto è rappresentato in etichetta dal dipinto di un ciliegio fiorito su fondo color oro che ne esalta il messaggio e l’idea di grazia, opera dell’artista giapponese Takehiko Sugawara. Si attendeva questa uscita risalendo la precedente al 2006, ma anche per il gran parlare che corre intorno a questo millesimo, dovuto alle difficoltà legate al clima e ai risultati sorprendenti che sono comunque emersi. Quindi una annata che insegue le difficoltà dovute al cambiamento climatico che incalza con velocità preoccupante. Ma proprio nella Champagne i produttori sono bene allenati ad affrontare le asperità del clima ragionando scelte rafforzate dalla piena conoscenza di ogni piccolo appezzamento di vigna, dei vitigni, delle tecniche di cantina sulle quali ogni anno prendono forma e stile gli assemblage, la gestione dei tempi, il dosaggio. Piogge tempestose, gelate, grandinate improvvise si sono alternate dall’inverno sino all’estate, mentre la siccità ha provocato stress idrico in alcune zone nel mese di agosto. In casa Paillard per questo 2012 impegnativo si è scelto di utilizzare solo chardonnay dei Grand Cru Oger e Mesnil - sur- Oger, quest’ultimo prevale per i 2/3. A presentarlo in anteprima è Alice Paillard nella cantina del Roccoforte Hotel de La Ville a Roma, dove tiene a precisare che adora questo millésime così diretto e privo di retropensieri, maturo e fiero, sboccato ad aprile 2019 e con dosaggio 3 g/l. Classico già nel colore, fedelissimo allo stile Paillard, vuole tempo nel bicchiere e merita l’attesa. Avvolge nei profumi caldi e carnosi di albicocca seguiti da sbuffi di cenere e gesso, agrumato nelle tonalità del pompelmo, si allunga tra note appena balsamiche, accenti pepati e poi rotondi del cioccolato bianco. L’assaggio si svela cremoso, masticabile, ha ritmo e scivola sinuoso su una acidità precisa e non graffiante, vibra delicatamente sui cristalli di sale rimandando quella vena minerale ben distinta, inseguita dalla pienezza del cioccolato bianco e dai toni citrini.