Dici Joaquin e il Fiano di Lapio diventa ombelico del mondo
Fiano Lapio Joaquin Irpinia
Contrada Campo Aperto - Via Cortejoanna, 2 - 83030 Lapio Avellino
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Proprio così, facendo un giro attento a Lapio, tra vigne, contrade e il piccolo, delizioso centro storico, ci si rende conto che sia diventato l’ombelico del mondo.
Nel senso che qui ci arrivano appassionati, ma soprattutto grandi importatori internazionali di vino, alla ricerca dei migliori fiano di Lapio. La fama dei superbi bianchi di questo piccolissimo areale è notevole, e se ne conoscono con puntualità i cru più vocati, come la collina di Arianiello, e di recente, Neviera. L’eleganza, unita a profondità e vivacità di espressione, fanno di questi vini dei top player, dei fuoriclasse imbattibili, da stivare furbamente in cantina per attenderli nel tempo.
Tra le massime espressioni c’è Joaquin,
ovvero Raffaele Pagano che, con la sua visione da imprenditore illuminato e, contemporaneamente, di appassionato di vino, del fiano in particolare, ha dato una spinta notevole al costante crescendo. Ama la precisione che si coglie in ogni particolare, dalla gestione agricola delle vigne, alla cura dedicata alla casa cantina bene organizzata per l’accoglienza, all’espressione dei suoi Fiano. Mantengono sempre uno strettissimo legame con Lapio, se ne fanno ambasciatori fedeli e motivati da un certo orgoglio di appartenenza.
Mr Joaquin ci tiene così tanto a far conoscere Lapio nella sua interezza,
fatta anche, e soprattutto, di bellezza del territorio, con i suoi paesaggi unici, che in giro si vedono passare i continuo i suoi Pick up rossi impegnati a scarrozzare gli ospiti. Quando si arriva in azienda, poco dopo ci si ritrova sui vermigli mezzi. il tour è lungo e ”preciso”, come desidera il padrone di casa, nel senso che vuole si conosca ogni particolare, partendo dalla storia del paese, a quella enologica che è ricca e interessantissima, nonostante fosse un territorio del vino dalle dimensioni contenute.
Il passaggio sul fiume Calore è di straordinario fascino, come l’insieme ricco e variegato della natura gioiosa che lo circonda. Il monte Toro domina e caratterizza il paesaggio, avvolto dall’insieme di colline morbide, tratteggiate dai vigneti dove quell’uva preziosa ha scritto una lunga storia importante.
Vignaioli da sempre, qui si sono altamente specializzati nel fiano, e anche nell’aglianico -
solo, a Lapio le due DOCG (fiano di AV e Taurasi) si possono incontrare. La vallata è spettacolare e ben soleggiata, particolare che favorisce una buona viticoltura, con altitudini di media e alta collina, altro fattore molto favorevole, unitamente alla natura dei suoli che spesso sono arricchiti da presenza di ceneri vulcaniche. Unicità, sì, è una parola molto abusata, ma non ne trovo altre altrettanto chiare e dirette per rendere il senso di questo legame così radicato tra il terroir e i suoi Fiano.
Ad accoglierci c’è la bravissima Francesca Auricchio, il volpone Raffaele ci ha visto lungo nel carpire la professionalità e l’entusiasmo della sua collaboratrice più stretta. Si visitano tutti i cru, si raccontano nel particolare, per poi passare alla degustazione dei vini. Di norma è questo il programma riservato ai visitatori, e ne vale decisamente il viaggio.
La grande casa cantina è posta ad una altitudine di 500 metri e a dare il benvenuto qui è la vigna Campo Aperto, dalla quale si ricava il cru portante lo stesso nome, fiano di eleganza, produzione assorbita ormai da Crurated, la virtuosa piattaforma che garantisce vini rari e i migliori produttori ad appassionati e collezionisti del mondo, utilizzando la tecnologia blockchain.
Fiano di Av Stella Riserva 2020,
dal celeberrimo cru Arianiello, la collina ben vocata per il Fiano di Lapio – mineralità e sapidità, ricchezza, caratterizzano il vino, le uve vengono da vigne vecchie di circa 30 anni, ad una altitudine di 600 metri, su suolo calcareo, argilloso e ricco di basalto. Solo acciaio e bottiglia. Dorato nel bicchiere, elegante, sa di cedro, di sasso marino anice stellato, poi fieno e zafferano. L’assaggio è ricco, affilato, lungo e salino.
Ha stappato più vini in più annate il nostro Raffaele, generosamente, con il suo forte senso dell’ironia e dell’accoglienza. Non stiamo a snocciolarli tutti, piuttosto vi invitiamo a vivere l’esperienza Joaquin a Lapio.
NV Piante a Lapio
è un fuoriclasse, forse l’essenza del suo intendere il vino, incarna l’ambizione di volere uscire dagli schemi e di raggiungere la massima espressione Joaquin. È un assemblaggio delle annate 2014 e 2020, entrambi eccellenti, comunque diverse, messo in bottiglia a maggio 2023. La 2014 , presente al 40%, affina in botti di castagno e di acacia, un forte richiamo alle tradizioni vignaiole del luogo. Mentre la 2020 affina unicamente in acciaio. Blend ben ragionato per questo fiano di massima fattura, quadrimensionale, largo, profondo, verticale, teso, non tralascia mai l’eleganza e la territorialità, ardito nell’idea e nelle espressioni. Ampio e voluttuoso, rimanda la cenere a primo naso, insieme ai toni balsamici, sussurrati, spaziando poi tra il bergamotto e una sottilissima liquirizia. Bocca strepitosa, avvolge e si slancia in più direzioni, affilata e rotonda allo stesso tempo. Solo 999 bottiglie -dei 1000 tappi acquistati, uno era uscito male.
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