È vegano il menu dei Golden Globe al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills
Menu vegano per la notte dei premi al Golden Globe al Beverly Hilton Hotel
Ecco quello che accade a tavola nel mondo della moda.
Ce lo racconta Domenico Catapano attento conoscitore di food & fashion
di Domenico Catapano
Il 5 gennaio avrà luogo la premiazione della 77esima edizione dei Golden Globe al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills in California. A condurre sarà, per la quinta volta, l'attore Ricky Gervais. Un'edizione non scevra di polemiche e critiche a causa della quantità limitata di donne candidate a vincere i vari premi.
Ma la notizia è che per la prima volta, il menù dei festeggiamenti sarà totalmente a base vegetale, plant-based.
Dunque, come parte dei suoi sforzi per la sostenibilità ambientale, l'Hollywood Foreign Press Association, il 5 gennaio, servirà per la prima volta ai Golden Globes un pasto completamente vegano.
Secondo Hollywood Reporter, il menu vegan rappresenterebbe un'idea dell'ultimo minuto - rispetto a quanto presentato in anteprima a dicembre che includeva alcune portate di pesce - e includerebbe un antipasto con zuppa fredda di barbabietole dorate con cerfoglio e amaranto, a km zero, e un piatto principale di funghi-ostrica cotti e presentati per ricordare le capesante, con risotto ai funghi selvatici, porcini arrostiti, cavoletti di Bruxelles verdi, carote a forma di globo e viticci di piselli.
«È sicuramente il primo Golden Globes diventato vegano», afferma Matthew Morgan, chef executive e campione di sostenibilità del Beverly Hilton, che ha ricevuto la chiamata dall'HFPA pochi giorni prima di Natale.
Ma l'impegno "green" della HFPA non si fermerebbe qui: sta pianificando infatti di riutilizzare il tappeto rosso anche in altri eventi e, per ridurre i rifiuti di plastica, ha stretto una partnership con Icelandic Glacial per servire l'acqua in bottiglie di vetro.
Lorenzo Soria Presidente dell'HFPA
«La crisi climatica è ormai arrivata, è sotto i nostri occhi e quindi abbiamo iniziato a parlare tra noi di ciò che possiamo fare per inviare un segnale», afferma il presidente dell'HFPA Lorenzo Soria (nato in Argentina ma cresciuto a Milano, già giornalista di “L’Espresso”, dal 1988 lavora per il quotidiano “La Stampa”).
«Non pensiamo che cambieremo il mondo con un solo pasto, ma abbiamo deciso di fare qualche piccolo passo per portare consapevolezza. Il cibo che mangiamo, il modo in cui viene elaborato, cresciuto e smaltito, tutto ciò contribuisce alla crisi climatica».
Foto Hollywood Reporter