Guide, classifiche ed Andreotti…
Riflessione "critica" alle guide. Pizzerie D'Italia Gambero Rosso e 50 Top Pizza 2020, a chi servono?
di Bruno Sganga
Guide, classifiche ed Andreotti…
Giulio Andreotti scrisse: “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca."
Frase che riecheggia mentre si vive il periodo di guide e classifiche, in particolare nel mondo pizza, ma non solo. Anche se con apprezzabile onestà la brava Sara Bonamini annota che: "Alla luce dei fatti e del momento che forzatamente ci ha imposto un rallentamento, una riflessione, per questa edizione...si mettono da parte i voti, le classifiche", riferendosi all’ottava edizione della Guida Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso. Al pari di 50 Top Pizza 2020, da poco uscita, che non evita le classifiche che restano la fonte principale, ma che con abile saggezza le propone appunto in diverse declinazioni (International Awards, Top Europa, Nazionali, Catene europee artigianali e Pizze in Viaggio da taglio ed asporto nazionali) così da non scontentare nessuno, o quasi. Sia chiaro, comunque sono utili strumenti che riconoscono veri protagonisti, pur se in numeri limitati rispetto all’enorme realtà del settore. Ma soprattutto utili per i titolari citati, i fans di queste graduatorie sui social, e foraggio per il mondo della comunicazione nelle sue diverse versioni. Benché taluni episodi, che in verità da sempre hanno riguardato guide e classifiche, richiamano al libero pensiero dell'iniziale frase andreottiana, anche se editori ed autori li considerano rancorose maldicenze…
Come quelle sugli ispettori che, qualcuno mormora, siano a volte consulenti, produttori o blogger del settore. O talune ripetizioni di premiati, come se non vi fossero altre realtà nei vari territori, o regioni in cui non appare nessuna citazione. Al pari di certi premi speciali (tipo emergenti) che, osservando bene, sono assegnati a chi lavora in locali dove primeggiano gli sponsor di quei premi o frequentati da personaggi famosi del settore che appartengono allo stesso gruppo editoriale che assegna i premi, e che in quei locali , tali personaggi, hanno realizzato eventi, ovviamente lecitamente pagati, ma tant'è, e come dimostrano varie foto. Ciò non esclude la reale bravura d’una pizzaiola o pizzaiolo emergente, per altro in parte constatata, ma tra migliaia di giovani (se no che emergenti sarebbero..) l’individuazione di un locale non proprio di passaggio, piuttosto che un altro, dipenderà pure da qualcosa o no? Ed ancora un esempio, come una certa guida (non la sola, per carità..) che si definisce culinaria e sponsorizza (dalla presentazione, quale agenzia pubblicitaria) tradizione, attività ristorative, alberghiere, cantine di vini ed aziende di prodotti tipici calabresi (ma potrebbe essere di qualunque regione), offrendo collaborazioni, pubblicità, video, foto e gestione marketing ai vari locali, che pertanto sono scelti in quanto clienti. Cosa ovviamente lecita, ma al pari di come un attento lettore e consumatore può chiedersi con quale reale autonomia vengono redatte simili guide. Una lista che potrebbe continuare, ma si sa, molti amici pizzaioli (e pure tanti cuochi) sono sempre più sensibili alle lusinghe di premi, riconoscimenti e graduatorie varie, purché siano nominati su social e stampa, ancor più se si aggiunge la parola “Maestro”, senza approfondire come ed in quanto tempo si diventa tale. Certo, quell’Andreotti era una gran disincantato intenditore di donne ed uomini...Evviva!!!
Bruno Sganga
Enogastronomo e giornalista da oltre 50 anni, girando ovunque, di cui 15 intensamente vissuti per e con Luigi Veronelli, ereditandone il senso decisamente ribelle.