L’Impeto di Torre del Pagus, un vino "potente"
L'Impeto 2008 dell'azienda "Torre del Pagus", un vino potente.
Non lontana da Solopaca, nella parte settentrionale della catena del Taburno Camposauro ricordato dai più come “Monte Taburno”, sorge la cittadina di Paupisi conosciuta anche come “Paese del vino e dell’olio” una realtà di 1.633 abitanti che nel tempo ha saputo tramandare le sue tradizioni vitivinicole sino ai giorni nostri con rispetto e dedizione. Con un totale di 14 ettari tutti di proprietà e forti tradizioni legate alla cultura e lavorazione del vino, la famiglia Rapuano alla fine degli anni ’90 dopo anni di sperimentazioni, dà vita nel 2001 all’azienda “Torredel Pagus” una piccola realtà di nicchia a conduzione familiare. Oggi è tutto lasciato nella gestione di Giusy Rapuano e suo marito Raimondo Marcarelli. Semplicità e gentilezza sono le parole chiave che accompagnano i momenti trascorsi in azienda, non cercate corridoi in gesso o cantine scavate nel tufo…da Torre del Pagus tutto è su misura per ciò che serve a lavorare le uve ed affinare i vini con scrupolosità e dedizione.
Aperti all’enoturismo è possibile passare una giornata diversa degustando i prodotti vinicoli accompagnati da piatti tipici con prodotti unicamente a km 0 nel vero senso della parola, tutti rigorosamente preparati al momento con semplicità e tanta pazienza… come avviene per i fagioli nel coccio cotti sulla brace che vi consiglio vivamente di provare.
Riportando il nostro focus sul vino, in azienda si lavorano principalmente uve Aglianico lasciando un piccolo spazio anche a Falanghina e Barbera del Sannio, l’azienda pur avendo come punto di forza i vitigni a bacca nera è riuscita a dare delle ottime interpretazioni di Falanghina nelle sue versioni brut, ferma e passito. Sul monte Taburno troviamo la vigna più alta dell’azienda a 480 m.s.l.m. dove le uve vengono raccolte due volte. Ebbene Sì due volte ! Una prima raccolta per la produzione dell’Aglianico Base, mentre le restanti uve rimangono sulla pianta fino alla prima decade di Novembre, da cui nasce “l’Impeto”. Impeto è deciso, violento…un vino che spinge con tutta la sua forza senza mai fermarsi, un moto che non può essere arrestato. Deciso, virtuoso ma soprattutto non banale o scontato. Il vitigno è l’aglianico ed il terreno è di carattere calcareo-argilloso con esposizione a sud-est.
Nato alla fine degli anni ’90, richiama antiche tradizioni, l’uva una volta diraspata viene lasciata macerare con bucce e raspi all’interno di tini di castagno per circa trenta giorni. Una piccola porzione, circa il 10% seguirà un altro processo di vinificazione. Nella fase successiva alla fermentazione con bucce e raspi, il vino viene fatto riposare in barrique di secondo passaggio per circa sei mesi permettendo così la fermentazione malolatica. Le due masse vengono assemblate per affinare insieme in acciaio e successivamente in bottiglia per circa tre mesi senza subire filtraggi o chiarifiche. Dal colore rosso rubino intenso e limpido, al naso possiamo percepire un bel bouquet di frutta rossa con un leggerissimo richiamo al ribes nero, elegante speziatura che richiama il pepe nero, chiodi di garofano ed un’interessantissima liquirizia nel finale. Dal gusto secco e deciso, Impeto è dotato di un grande equilibrio e ottima persistenza. Sicuramente un vino complesso e ben strutturato, ottimo in abbinamento con cacciagione e formaggi stagionati.
L’annata 2008 che ho avuto la fortuna di degustare si è presentata complessa, al naso eleganti e decisi richiami di prugna e marasca, pepe nero e note di cacao, ardesia e glicerolo…grandissima verticalità, dal sorso carnoso, pieno e avvolgente con accentuata persistenza nel finale che lo rende ancora più gradevole.
Con una produzione di solo 4.000 bottiglie, Impeto si abbina perfettamente con piatti della tradizione campana a base di carni importanti e cacciagione, si sposa bene con formaggi particolarmente stagionati. Si consiglia di servirlo ad una temperatura tra i 18/20°C con decantazione ed un calice dalla non banale grandezza per apprezzarne particolarmente i sentori.
Davide Carusi, Manager e Sommelier.