Monte Rotondo nel Chianti Classico e la profondità purissima di Saverio Basagni
Degustazione Chianti Monte Rotondo Toscana Saverio Basagni
MONTEROTONDO
LOC. MONTEROTONDO, 12
53013 GAIOLE IN CHIANTI (SI)
TEL./FAX (+39) 0577 749089
Entrando nella piccola azienda di Saverio Basagni, sul cucuzzolo del Monte Rotondo, si pensa più a un giardino che ad una vigna. Sì, perché questa azienda agricola è curata con una tale amore che l’armonia disegnata tra le viti, gli olivi, la casa colonica, i tanti fiori, emana una luce di piena bellezza, proprio come accade nei giardini botanici. E pensare che a Firenze questo vignaiolo dal sorriso contagioso vendeva casse d’acqua insieme a suo padre. Eppure il vino gli viene così bene!
Sembra quasi un’ironia, tuttavia è andata proprio così, ma assaggiando i suoi vini sotto il bellissimo pergolato davanti la casa, viene da pensare che abbia fatto questo tutta la vita. Siamo nel cuore di Gaiole in Chianti, nel versante est, poco sotto Badia a Coltibuono che impera proprio dopo l’ultimo tornante della strada imboccata da Montevarchi. Questo podere ha origini antiche che risalgono al 1056 e rientrava nella proprietà di Coltibuono. Fu poi acquistato dal nonno di Saverio verso la fine degli anni cinquanta con i suoi cinque ettari e la bellissima vista ampia tra gli Appennini e la Valle dell’Arno. Questa zona è poco abitata, il bosco ancora domina il paesaggio mantenendo una ricca biodiversità che caratterizza il territorio e le uve, mitigando poi la calura estiva che incalza in maniera preoccupante con il cambiamento climatico. Siamo piuttosto in alto per questo territorio di produzione, a 550 metri di altitudine sul livello del mare, un particolare che avvantaggia di molto le viti di Saverio, insieme alla natura del suolo ricco di arenaria e galestro. Il terreno sabbioso biancheggia al sole e camminando la vigna insieme al vignaiolo ed a sua moglie Fabiana Guliani si nota la presenza diffusa dei sassi spugnosi e friabili.
Fanno tutto da soli e il lavoro è tantissimo con un risultato eccellente nella espressione e profondità dei vini. Mi colpisce da subito la verve del loro bianco, il Sassogrosso Malvasia di Toscana 2018: dal passo elegante e una decisa impronta minerale che lentamente lascia spazio ai sentori di fiorellini bianchi di campo, alla mentuccia e lievissima la salvia. Il sorso è grintoso, affilato nella freschezza, ricco e lungo su una accennata chiusura di mandorla amara.
Tra i filari mostra i vitigni propri del territorio, e solo questi imperano con fierezza: canaiolo, malvasia nera, sangiovese, colorino, ciliegiolo, mammolo che insieme costituiscono una importante memoria storica dell’areale di produzione del Chianti Classico.
Passando alla degustazione dei rossi:
Chianti Classico Vigna Vaggiolata 2016, 85% sangiovese, 10% canaiolo, 5% malvasia nera. Delicato e leggiadro al naso sulle note di violetta in apertura, poi ciliegia croccante, mirtillo, buccia d’arancia e cioccolato. Piacevolissimo il sorso nella trama sottile e succosa, preciso, mostra un gioviale senso del ritmo che carpisce decisamente l’attenzione, a batterlo sono soprattutto i tannini di purissima razza.
Chianti Classico Riserva Vigna Seretina 2016 – 95% sangiovese, 5% malvasia nera.
Le uve provengono dalla vigna dove c’è una forte presenza di galestro, il vino fermenta in botte tronco conica da 30 ettolitri dove sosta per 12 mesi, segue un passaggio in botti di rovere di Slavonia da 10 e 5 ettolitri.
Esprime profondità ed eleganza, sa coinvolgere con intensità sia al naso che in assaggio. Molto espressivo nei toni della rosa e della grafite sulle prime, poi si veste di toni scuri con accenti di mora e mirtillo, pepe e rabarbaro. Avvolge all’assaggio in un gioco dinamico tra rotondità e spigolature tanniche, puntuale nella freschezza che accompagna senza essere invadente, lungo, lunghissimo e indimenticabile.
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