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Mangiare di scammaro. Zuppetta di fave con cipolle novelle

Una ricetta stagionale con le fave e la pasta

Mangiare di scammaro. Zuppetta di fave con cipolle novelle
Negli antichi conventi i monaci mangiavano ex camera, 'e scammaro.
Scammarijavano nel refettorio comune seguendo la regola: vitto leggero, vegetali e pesce. Quando si ammalavano, restavano isolati in camera. Cammarijavano con vitto di sostanza: carboidrati e carne. Dal che, mangiare di scammaro.
Per il tempo di Quaresima eccovi qualche ricetta raccolta nel mio libro "Il pesce e l'olio".

Ci siamo, il tempo di Quaresima volge al termine e le prime fave cominciano a sbucare nel cesto dell'ortolano o al banco del vostro supermercato. Scegliete le più tenere, ovviamente, e fresche.

Semplice è questa ricetta, ma occorrono fave e cipolle novelle, appunto un buon mascariello (ecco di nuovo il peccato della trasgressione al tempo di magro e astinenza dalla carne) e pure i maccheroni.

Io la mangio assoluta, ma se volete la pasta vanno bene gli spaghetti spezzati o le coccolecchielle.

Ingredienti

  • Fave sbucciate g 300
  • Cipolle novelle 5 o di più se piacciono
  • Guanciale (sfizio o peccato?) a fette sottili g 50
  • Olio, sale q.b.
  • Parmigiano grattugiato quanto piace

Procedimento

Un filo d’olio in padella con le cipolle novelle tagliate sottilmente. Lasciar andare finché imbiondiscano.

Aggiungere il mascariello guanciale ché si sciolga quasi.

Poi le fave. Un po’ d’acqua e lasciar cuocere.

Levare dal fuoco e nel piatto aggiungere il parmigiano.

Poi un po' di pane o qualche scagliuozziello o tittolo non fa male

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